Una curiosa coincidenza.
E’ appena
qualche mese che
il Giudice di Pace di Roma,
l’avvocato Mariano
Claudio, con l’ordinanza
28.10.03 ha denunciato
alla Corte Costituzionale
l’illegittimità della normativa
riguardante i parcometri,
e il Comune di Roma,
a quanto si legge in
cronaca cittadina, si accinge
ad incrementare ed
estendere i ticket.
Una curiosa coincidenza.
E’ appena
qualche mese che
il Giudice di Pace di Roma,
l’avvocato Mariano
Claudio, con l’ordinanza
28.10.03 ha denunciato
alla Corte Costituzionale
l’illegittimità della normativa
riguardante i parcometri,
e il Comune di Roma,
a quanto si legge in
cronaca cittadina, si accinge
ad incrementare ed
estendere i ticket. La nuova
tariffazione, si dice,
sarà sperimentata, forse
per un riguardo alla gens
de justice, in Prati dove si
«annidano», più che altrove,
magistrati, avvocati e,
in genere, personale degli
uffici giudiziari. Perfino i
residenti, finora esonerati
dal balzello, saranno chiamati
a contribuire.
Forse da Prati e da Delle
Vittorie il Comune si
aspetta maggiori entrate
per rimarginare le ferite
della finanziaria; forse
vuole dar segno di consapevole
disprezzo per la
decisione del Giudice delle
Leggi; forse ha fiducia
nella collaudata sensibilità
della Corte Costituzionale
per le iniziative di rastrellamento
fondi, basti ricordare
quella passata alla
storia come «operazione
Amato» che, come si sente
scongiurare oggi dal
nuovo Ministro dell’Economia,
mise le mani proditoriamente
nelle tasche
e cioè nei depositi bancari
dei cittadini.
Eppure l’ordinanza del
Giudice Claudio sviluppa
profili di incostituzionalità
tutt’altro che avventurosi.
Secondo Claudio la
legge di delega al Governo
per la formazione del
codice della strada, la legge
190/91, come pure tutte
le norme derivate o collegate
sono, in parte qua,
costituzionalmente illegittime
per contrasto con gli
articoli 76, 3, 16, 26 della
Carta.
Quanto al 76 per eccesso
di delega essendo stata totalmente
omessa la determinazione
dei criteri che
possono rendere una zona
«meritevole» del ticket.
Quanto al 3 per violazione
del principio di uguaglianza
dei cittadini in difetto
di distinzioni legate
alle condizioni personali e
sociali.
Quanto al 16 per violazione
del principio di locomozione,
sancita anche da
fonti sopranazionali, per
essere omessi nella legge
di delega i criteri che possono
legittimare il parcheggio
a pagamento e la
scelta delle aree da sottoporre
al vincolo.
Quanto al 23 per essere la
scelta delle aree e la misura
della tariffazione rimesse
all’arbitrio dell’Esecutivo.
Questo in sintesi il punto
di vista del Giudice di Pace
di Roma.
L’ordinanza di Claudio
merita, comunque, un esame
più attento e diretto di
quanto non consentano
queste note.
Il problema delle strisce
blu (in Prati e in Delle
Vittorie, come pure ormai
dappertutto, visto che strisce
bianche non se ne vedono
più) ci riguarda e ci
colpisce, noi gens de justice,
in modo particolarmente
pesante. Per noi,
per il personale degli studi,
per tutti quelli che lavorano
in zona è un onere
di circa 10 euro al giorno
per persona. Un puro e
semplice, brutale prelievo
fiscale svincolato da ogni
collegamento col servizio
cui dovrebbe riferirsi.
Ma ancora una volta tutti
zitti.
Il problema fu agitato, in
altri tempi, da Federico
Bucci come bandiera elettorale,
ma senza successo.
E ora?
Consiglio dell’Ordine, associazioni
forensi, associazioni
dei consumatori,
organizzazioni sindacali
se ci siete… battete un
colpo! Quando se no?
Di Giorgio Della Valle
Avvocato del Foro di Roma