Il titolo del film è “La tigre
e la neve”. Il set, dove
in questi giorni di fine
estate si stanno svolgendo
le riprese dell’ultimo lavoro
cinematografico di Roberto
Benigni, è il “Il Palazzaccio”,
ovvero il Palazzo
di Giustizia di Piazza Cavour
a Roma, sede della
Corte di Cassazione
Il titolo del film è “La tigre
e la neve”. Il set, dove
in questi giorni di fine
estate si stanno svolgendo
le riprese dell’ultimo lavoro
cinematografico di Roberto
Benigni, è il “Il Palazzaccio”,
ovvero il Palazzo
di Giustizia di Piazza Cavour
a Roma, sede della
Corte di Cassazione, concesso
alla settima arte prima
che la frenetica attività forense
cominci di nuovo a
brulicare tra i suoi sontuosi
meandri. Della trama del
film, dei suoi protagonisti
non è dato sapere nulla.
Tutta la troupe e l’ufficio
stampa rispettano la consegna
del silenzio imposta dal
regista e dalla casa di produzione,
la Melampo Cinematografica.
Allora non resta che spiare
ciò che accade sulla location,
allestita tra i corridoi
del secondo piano del
palazzo e l’aula Giallombardo.
Un attore ripete la
sua parte prima di iniziare a
girare la scena. I figuranti
prendono ciascuno la propria
posizione. Poi arriva
lui, Roberto Benigni. In
questa fase della lavorazione
è solo regista. Lo si capisce
perché non indossa abiti
di scena, ma solo una camicia
rosso amaranto calzata
perfettamente in un paio di
pantaloni neri, con un modo
di indossare molto più elegante
e composto di quello
solitamente offerto al pubblico.
Dà gli ultimi consigli
all’attore, prima del via alle
riprese, poi si guarda intorno
e commenta con la troupe
la felice scelta dei luoghi:
«Beh! Come posto per
ambientare la scena di un’udienza
mi sembra perfetto,
che ne dite?». Operatori, attori,
figuranti, truccatori,
tutti annuiscono. Fa un giro
su se stesso, con lo sguardo
in alto a scrutare soffitti e
colonne del palazzo. Dallo
stupore che manifesta, sembra
veda quei luoghi per la
prima volta e continua ad
apprezzarne le architetture,
l’atmosfera che emanano.
Via al primo ciak. La ripresa
ha inizio con uno degli
attori che, nelle vesti di un
avvocato, parlando alterato
al cellulare, ricorda al suo
assistito – certo Attilio - che
l’udienza è fissata per quel
giorno e non per il successivo,
come questi erroneamente
crede, e che se non lo
raggiungerà in udienza entro
«…tre minuti. Anzi
due!», rischierà di essere
condannato «…per le false
attestazioni del ‘98» e «per
aver venduto i beni immobili
pignorati».
Attilio è Roberto Benigni.
Con lui nel cast, nella veste
di protagonista femminile,
l’immancabile Nicoletta
Braschi, che è anche produttrice
del film.
Di Raffaella De Angelis
Avvocato del Foro di Roma