I tentativi più avanzati
di eliminare la corruzione
e gli altri fenomeni
distorsivi della concorrenza
nelle gare di appalto
hanno permesso di
conseguire recentemente
notevoli successi. I risultati
più significativi sono stati ottenuti dal Comune
di Milano, attraverso l’intensa
attività di prevenzione
e controllo svolta sotto
l’egida del Vice Sindaco e
Assessore ai Lavori Pubblici
Riccardo De Corato
dagli uffici comunali, dalla
Procura della Repubblica
e da Transparency International
Italia. Proprio
al project officer di TI-Italia,
Anna Marra, InGiustizia
ha chiesto di poter illustrare
ai lettori i meccanismi
di lotta alla corruzione
e i Patti d’Integrità.
I tentativi più avanzati
di eliminare la corruzione
e gli altri fenomeni
distorsivi della concorrenza
nelle gare di appalto
hanno permesso di
conseguire recentemente
notevoli successi. I risultati
più significativi sono stati ottenuti dal Comune
di Milano, attraverso l’intensa
attività di prevenzione
e controllo svolta sotto
l’egida del Vice Sindaco e
Assessore ai Lavori Pubblici
Riccardo De Corato
dagli uffici comunali, dalla
Procura della Repubblica
e da Transparency International
Italia. Proprio
al project officer di TI-Italia,
Anna Marra, InGiustizia
ha chiesto di poter illustrare
ai lettori i meccanismi
di lotta alla corruzione
e i Patti d’Integrità.
D) Cosa sono e come
funzionano i Patti d’Integrità?
R) Il Patto di Integrità è
uno strumento ideato da
Transparency International per rendere più efficaci
le norme esistenti contro
la corruzione. Si tratta
di un documento sottoscritto
sia dalla stazione
appaltante che dai partecipanti
alle gare d’appalto
pubblico, il quale, pur non
essendo uno strumento coercitivo, ha permesso di
creare maggiore efficienza,
trasparenza e cultura
etica – imprenditoriale ed
amministrativa – laddove
è stato adottato.
Per esempio l’Ufficio Gare
e Appalti del Comune
di Milano, nel corso dell’espletamento
delle gare
d’appalto di opere pubbliche
relative al 2002 e al
2003, aveva riscontrato
fenomeni di “collegamento
sostanziale” tra alcune
imprese concorrenti. Sulla
base di indizi gravi e concordanti,
si era potuto rilevare
che le offerte presentate
provenienti da imprese
diverse in realtà erano
imputabili ad un medesimo
centro decisionale. E’
evidente che, incidendo la conoscibilità dell’offerta
sulla libera concorrenza
tra imprenditori, il collegamento
indiretto tra imprese
andasse a viziare il
risultato finale della gara.
Pertanto, il Comune di
Milano aveva deciso di
escludere dalle gare e dalle
trattative le aziende per
le quali si erano riscontrate
alterazioni nelle procedure
di adesione. L’Amministrazione
Comunale
ha visto confermato in sede
cautelare e di merito le
esclusioni impugnate dinanzi
al TAR Lombardia.
Nel dicembre 2003, il Comune
di Milano ha ottenuto
il parere favorevole del
Consiglio di Stato sulla legittimità
dell’esclusione
dalle gare per i primi due
casi arrivati in secondo
grado, riguardanti l’esclusione
dalle gare d’appalto
di opere pubbliche di 72
imprese concorrenti accusate
di fare cartello fra loro.
Tali esclusioni sono
state rese possibili, oltre
che dalla corretta applicazione
della normativa vigente,
dall’applicazione
dei Patti di Integrità.
D) Che ruolo ha avuto la
Procura della Repubblica?
R) Di tutta l’attività di
controllo svolta dal CoComune
di Milano si è sempre
provveduto a dare notizia
alla Procura della Repubblica
trasmettendo la
documentazione relativa
alle esclusioni ed aggiornandola
su tutti gli sviluppi.
Inoltre, a seguito delle
denunce alla Procura della
Repubblica partite dal Comune
di Milano, è stata
avviata, nel luglio del
2002, un’inchiesta penale
condotta dal Pm Francesco
Prete contro alcune
delle imprese che il Comune
ha escluso dagli appalti
pubblici. Si tratta di un’inchiesta (a cui in seguito
se ne sono aggiunte
altre) volta a trovare elementi
di conferma dei fatti
denunciati dall’amministrazione
sul fenomeno
delle ditte collegate. I reati
ipotizzati sono turbativa
d’asta e falso.
D) Quali altri enti locali
hanno sviluppato un’efficace
lotta alla corruzione
e agli altri fenomeni
distorsivi della concorrenza
nelle gare di appalto?
R) Soprattutto le Amministrazioni
di Torino e di
Bergamo, le quali hanno
assunto, a tutela della concorrenza
e della trasparenza
nelle gare d’appalto di
lavori pubblici, la decisione di instaurare un rapporto
di collaborazione con
l’Autorità per la Vigilanza
sui Lavori Pubblici, cui la
legge n° 109/94 assegna
un attivo ruolo di garanzia
dei principi di efficacia,
trasparenza e correttezza
del rispetto del diritto comunitario
e della libera
concorrenza tra gli operatori
del settore.
TI-Italia è stata invitata
dal Comune di Torino a
presenziare alla firma del
Protocollo d’Intesa volto a
regolare un rapporto diretto
di collaborazione nello
svolgimento delle gare
d’appalto e nel monitoraggio
di situazioni che oggettivamente
si presentino
dubbie sotto il profilo della
regolarità sostanziale,
per quanto in apparenza
formalmente corrette.
La collaborazione avviata
con l’Autorità di Vigilanza
dal Comune di Bergamo,
prevede l’inserimento,
nei bandi di gara di lavori
pubblici avanti base
d’appalto di importo superiore
ad euro 500.000,00,
di clausole volte a prevenire
situazioni di collegamento
sostanziale tra concorrenti
o fenomeni di turbativa,
oltre che la previsione
del divieto di subappalto
da parte dell’aggiudicatario
in favore di soggetti
che abbiano partecipato
in qualità di concorrenti
alla gara stessa; è,
inoltre, prevista la possibilità
per la stazione appaltante
di acquisire da parte
dell’Autorità una valutazione
in merito a situazioni
di dubbia regolarità che
si rilevino nel corso dei
procedimenti di gara, con
il fine di contrastare vari
fenomeni collusivi tra i
concorrenti alle gare di
appalti pubblici finalizzati
a predeterminare il nominativo
dell’aggiudicatario e/o il ribasso di aggiudicazione
o analoghe fattispecie.
Il Protocollo d’intesa si
inserisce nell’attività che
l’Autorità ha già sviluppato
sul territorio nazionale,
in sinergia con la Direzionale
Nazionale Antimafia
ed il Ministero dell’Interno
nell’ambito di un apposito
gruppo di lavoro permanente.
Secondo l’Assessore ai
Lavori Pubblici del Comune
di Bergamo, Ing.
Marcello Puppi,
che ha promosso e sostenuto la
collaborazione, «il protocollo
d’intesa e gli strumenti
collaterali adottati,
visti nella loro ottica sia
sanzionatoria che di deterrenza,
potranno consentire
nel periodo medio-lungo
l’eliminazione di fatto o,
comunque, la diminuzione
di tutte quelle imprese
che partecipano alle gare
senza possedere la necessaria
capacità tecnica realizzativa,
sfruttando pertanto
lo strumento del subappalto
e dei cosiddetti
contratti similari (noli a
caldo e forniture in opera)
non come ausilio nell’esecuzione
diretta ma come
unica modalità di realizzazione
dell’opera da parte
di terzi».
D) Transparency International
sta sviluppando
collaborazioni anche con
le amministrazioni e le
autorità nazionali?
R) Per realizzare un’azione
sempre più efficace e
sinergica contro la corruzione
nelle gare di
appalto, Transparency International
Italia ha iniziato
una collaborazione con
l’Autorità per la Vigilanza
dei Lavori Pubblici diretta
alla redazione di modelli
uniformi di gara e contrattuali;
all’individuazione di
modalità per attenuare il
rischio da parte delle regioni
di una disciplina differenziata
che possa compromettere l’efficienza
dell’azione amministrativa;
al rafforzamento
della vigilanza delle
SOA e alla predisposizione
di dati sulle imprese
virtuose che possano essere
messi a disposizione
delle stazioni appaltanti.
Il punto di partenza della
collaborazione sono state
le osservazioni e i suggerimenti
che, sulla base
delle rispettive esperienze,
diverse Amministrazioni
comunali, tra cui
Milano, Torino, Bergamo,
Genova e Varese ed alcune
Associazioni imprenditoriali,
come Assimpredil
e ACEB, hanno proposto
a Transparency International
Italia. In particolare,
sembra sia fortemente
auspicata che all’Autorità
sia attribuita, al
fine di ridurre sensibilmente
il contenzioso, l'interpretazione
autentica
delle normative.
L'Autorità ha, inoltre, deciso
di procedere con TIIt
ad una valutazione dei
Patti di Integrità, per favorirne
l'applicazione e la
diffusione presso
tutti
gli enti
appaltanti.