Il disegno di legge della discordia
Date: Thursday, February 03 @ 15:21:27 CET
Topic: 2003


Nella nuova proposta di legge presentata dal nostro Vice Premier Gianfranco Fini, e approvata lo scorso 12 novembre dal Consiglio dei Ministri, emerge il dovere di combattere la droga senza compromessi.



Nella nuova proposta di legge presentata dal nostro Vice Premier Gianfranco Fini, e approvata lo scorso 12 novembre dal Consiglio dei Ministri, emerge il dovere di combattere la droga senza compromessi.
Il disegno di legge, mira a reintegrare sanzioni più radicali sia per abusi che per semplice uso personale di droghe, nonché l’aumento di pene e la categorica eliminazione di ogni fuorviante distinzione tra droghe leggere e pesanti. Questo disegno di legge, tanto riformatore quanto complesso ed articolato, prende le mosse da forti problemi riscontrabili nella legislazione vigente, indubbiamente causati dalle modifiche apportate al testo unico 309 del 1990 dal referendum del 1993: esempi evidenti infatti sono i difficili rapporti tra il servizio pubblico per la tossicodipendenza e le comunità, l’incertezza sul piano delle sanzioni, la mancanza di organicità tra sanzioni amministrative e penali come anche la presenza di ostacoli concreti al recupero effettivo. Condivide con il leader di AN, Gianfranco Fini, Muccioli, da sempre impegnato nella comunità di San Patrignano, il quale afferma che dalla Conferenza Nazionale di Palermo varata nel 1993 il tossicodipendente è considerato non solo un malato, cosa umanamente errata, ma ancor peggio un malato di serie B lasciato in strutture pubbliche con droghe di mantenimento alternative per anni. Allarmanti poi, sono varie statistiche effettuate, dove si testimonia un forte aumento di uso di sostanze cosiddette leggere tra adolescenti; un esempio chiaro ne è una classe media (tra i 14 e i 18 anni), dove più della metà hanno avuto a che fare con la droga forse anche incoraggiati, (e bisogna chiederselo) da quelle frasi comuni che la società spesso utilizza senza un’accurata conoscenza del problema. E’ proprio da queste e altre analisi, che parte la riforma Fini basata su tre termini fondamentali: prevenzione, repressione e recupero. A completo sostegno del Vice Presidente del Consiglio, pare si trovino solamente onorevoli e politici della maggioranza, dal ministro della salute Sirchia che si è detto assolutamente favorevole al ddl attaccando ogni sorta di distinzioni tra droghe leggere e pesanti, al sottosegretario all’interno Mantovano che critica costantemente quei cantanti che incitano all’uso degli spinelli senza pensare al risultato devastante che causano, al presidente della Camera Pier Ferdinando Casini che ha definito inaccettabile ogni ipotesi di legalizzazione. Totalmente opposte, all’interno del Parlamento, sono le posizioni del centrosinistra, dai Verdi a Rifondazione Comunista passando per i Radicali. Zanella e Cento (Verdi) parlano rispettivamente della riforma come di «una strategia ideologico- punitiva», e una proposta cui, nel caso diventasse legge, fare fronte facendo ricorso alla Corte Costituzionale ed alla Corte di Giustizia Europea per evidenziarne l’illegittimità. Anche Cippitelli, che rappresenta alcune comunità terapeutiche, osteggia la legge Fini, facendo emergere l’impossibilità di soluzioni uniche che identifichino un unico comportamento da punire. Pannella, uomo leader dei radicali e da sempre impegnato in manifestazioni pubbliche per una definitiva legalizzazione, di fronte a questo tipo di futuro non ci sta e definisce il progetto di legge una «scorciatoia autoritaria dal momento in cui in questo paese si fuma hashish da quarant'anni, liberamente».

di Andreana Verdelocco







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