Contro Silvio, meglio Benito
Date: Monday, February 21 @ 18:09:37 CET
Topic: 2004


L’Avvocatura quale vessillo della libertà dei singoli individui



Con il rinvio alle Camere da parte del Presidente della Repubblica la riforma dell’ordinamento giudiziario voluta dal governo Berlusconi è andata per il momento in soffitta, salvo l’impegno del premier a riapprovarla con semplici correzioni entro febbraio 2005.
Staremo a vedere. Per il momento l’ordinamento giudiziario resta quello voluto dal Fascismo, emendato in senso antimeritocratico negli anni successivi: è incredibile, per alcuni settori della Magistratura Benito Mussolini è divenuto la linea del Piave contro Silvio Berlusconi.
Chi scrive ritiene che l’Avvocatura, operando a difesa dei diritti dei singoli, vada storicamente ed istituzionalmente identificata quale il vessillo della libertà degli individui.
Ergo tale vessillo non solo deve essere presente lì ove si assumono decisioni importanti per la libertà ed i diritti, ma deve sventolare nella posizione più alta in uno stato che si definisca democratico e scriva in tutte le aule che «la giustizia è amministrata in nome del popolo».
Invero l’aver consentito attraverso un esame scarsamente selettivo l’accesso alle professioni forense ad una miriade di laureati in giurisprudenza i quali, essendo disoccupati, si arrabattano con pratiche e pratichette al fine di sbarcare il lunario non giova certo alla dignità ed al ruolo della toga: tuttavia chi ha il coraggio (o la necessità) di autorganizzarsi il lavoro e di rispondere quotidianamente del proprio operato al cliente che lo paga ha, comunque, un habitat mentale e culturale che lo porta a difendere quella libertà che costituisce il mezzo di sostentamento di una attività che, altrimenti, non avrebbe ragione di esistere.
Quindi nessuno potrà affermare che il ridotto livello culturale o, anche, etico di alcuni esercenti la professione forense (ma, poi, quanti sono di fronte al numero degli avvocati?) costituisca legittimo motivo per sminuire il ruolo dell’Avvocatura all’interno del sistema giustizia.
Il problema è che tale categoria, essendo costituita da una somma di uomini liberi, non ha la capacità di far valere il proprio ruolo e, priva di leaders capaci di infiammarne i cuori, preferisce compatirsi pensando alle occasioni perdute piuttosto che attivarsi perché tali eventi non si verifichino. E, qui, il problema della necessità di giungere comunque ad un risultato per incassare le parcelle fa spesso rinunciare ad opporre quelli che dovrebbero essere dei rifiuti quotidiani in difesa della propria dignità.
La riforma dell’ordinamento giudiziario è stata, sinora, una delle più grandi occasioni perdute da parte dell’Avvocatura.
In primo luogo per il grande tema, quello della separazione delle carriere.
Va innanzitutto chiarito che l’obiettivo della separazione delle carriere non è un regalo al sig. Silvio Berlusconi, il quale sabotò il referendum che avrebbe consentito di pervenire in via diretta a tale risultato, ma un atto dovuto alla volontà popolare che, tramite il Parlamento, ha modificato l’art. 111 della Costituzione, introducendo, all’attuale 2° comma, le parole «ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale».
Non è necessario essere dei giuristi per comprendere che, ragionando di massimi sistemi, due appartenenti al medesimo ordine, due colleghi, difficilmente siano da considerare terzi tra di loro.
Quindi il primo problema costituzionale non è di separazione di carriere, ma di appartenenza al medesimo ordine. Il che significa che, ove per l’esercizio della funzione di Pubblico Ministero non si voglia creare una nuova, diversa ed autonoma categoria di Magistrati, così come lo sono i Giudici Amministrativi o i Giudici Contabili, le norme sulla separazione delle carriere dovranno essere rigide, tanto da rendere i due ruoli impermeabili tra di loro.
Ma questa dovrebbe essere la linea del Piave dell’Avvocatura e di tutti gli uomini liberi su questo tema nel rispetto dell’art. 111 Cost.: né si dica che l’appartenenza del P.M. ad una diversa categoria di Magistrati farebbe venire meno la cultura della giurisdizione, trasformando i PM in poliziotti.
Fermo restando che tale timore non sembra essere presente nel legislatore, il quale senza particolari contrasti tra maggioranza ed opposizione ha consentito ai funzionari di PG di esercitare le funzioni di PM avanti al Giudice di Pace, si osserva che la cultura della giurisdizione non ha impedito sinora gli eccessi da parte dei PM e che, anzi, una separazione netta dei ruoli esalterebbe la figura del Giudice, in particolare del GIP, che diverrebbe anche a livello di percezione popolare il custode imparziale della giustizia e della libertà.
Peraltro l’appartenenza ad una categoria, quella dei Magistrati dell’accusa, porterebbe gli stessi ad una specializzazione tale da assicurare alla giustizia maggiori successi.
Del resto, per porre un freno ad iniziative avventate, basterebbe valutare le carriere dei P.M. alla luce delle statistiche sulle istanze accusatorie accolte o rigettate, tenendo conto dei tre gradi di giudizio, fatto che, sui grandi numeri, costituisce sicuramente un dato oggettivo quantomeno in ordine all’equilibrio comportamentale di una persona.
Né la circostanza che il Presidente Ciampi, nel proprio messaggio alle Camere, abbia ritenuto che una tale forma di monitoraggio sarebbe in contrasto con l’art. 112 Cost. che sancisce l’obbligatorietà dell’azione penale è ostativa ad un similare provvedimento.
Infatti anche Ciampi, pur essendo un ottimo Presidente della Repub- blica, può commettere un errore giuridico e, nella fattispecie, lo ha commesso, atteso che il monitoraggio non ostacola l’azione penale, ma verifica solo che l’esercizio di questa sia stato ritenuto dai Giudici corretto: né criticare un pensiero del Presidente deve essere vietato o ritenuto una sorta di lesa maestà, atteso che il sistema repubblicano è inspirato a principi opposti.
Vi è poi la questione dei consigli giudiziari, nei quali la riforma sull’ordinamento giudiziario prevedeva la presenza di Avvocati, ma li escludeva poi da quelle funzioni rilevantissime per l’esercizio equilibrato della giustizia, quelle della vigilanza e della formulazione di pareri sul comportamento dei magistrati.
Il che significa che agli Avvocati, rappresentanti della libertà, è stato dato il cosiddetto «contentino», offrendo una carica senza il reale potere di controllo.
Su questo l’Avvocatura è rimasta silente, ormai succube di un sistema che tende a relegarla al ruolo di parte sopportata del procedimento giurisdizionale.
Qualcuno forse tace temendo che venga toccata la propria pagnotta: ma, così facendo, si rinuncia alla libertà fondamentale, quella di azione.
Avvocatura, se ci sei, batti un colpo.

Di Romolo Reboa
Avvocato del Foro di Roma







This article comes from


The URL for this story is:
/modules.php?name=News&file=article&sid=254
- Access Denied

Benvenuti in

Menù
· All Categories
· Ambiente
· Amministrazione
· Arte
· Assicurazioni
· Attualità
· Avvocatura
· Banche
· Carceri
· Certificazioni
· Consumatori
· Corruzione
· Costume
· Criminalità
· Cultura
· Dati personali
· Diritti
· Diritti d'autore
· Diritto
· Editoriali
· Etica
· Fallimenti
· Famiglia
· Formazione
· Giurisprudenza
· Giustizia
· Internazionale
· Internet
· Interviste
· Investigazioni
· Lavoro
· Lazio
· Locazioni
· Magistratura
· Medicina legale
· nulla
· Previdenza
· Psicologia
· Riforme
· Roma
· Sanità
· Società
· Teatro
· Tecnologia
· Trasparenza
· Uffici giudiziari
· Unione Europea
· Università


Languages
Select Interface Language:



Modules
· Home
· Archivio Articoli
· Argomenti
· AvantGo
· Collegamenti
· Contatti
· Content
· Downloads
· Invia notizie
· Pagina
· Primi 10
· Sezioni
· Trenitalia


Chi è in linea
There are currently, 40 guest(s) and 0 member(s) that are online.

You are Anonymous user. You can register for free by clicking here


  
: Access Denied

You are trying to access a restricted area.

We are Sorry but this section of our site is for Subscribed Users Only.

[ Go Back ]
Web site engine's code is Copyright © 2002 by PHP-Nuke. All Rights Reserved. PHP-Nuke is Free Software released under the GNU/GPL license.
Page Generation: 0.105 Seconds