Il Presidente della Regione Lazio
Francesco Storace soddisfatto per le riforme in Italia chiede il riferimento
alle radici cristiane dell’Europa nel prossimo trattato europeo
In un periodo in cui si
attendono cambiamenti
sia sul fronte interno
che in ambito comunitario,
offriamo il punto di
vista sull'attualità di Francesco
Storace, Presidente
della Regione più interessata
dai cambiamenti in
atto: il Lazio.
D) Presidente, secondo
lei quali devono essere le
linee guida per la riforma
della nostra Costituzione?
R) Mi pare che, finalmente,
il governo si sia mosso
con decisione sulla strada
delle riforme, varando la
bozza di disegno di legge,
che porterà, poi, alla devolution.
Certo, tutto si può
migliorare e ritengo giusto
che le Regioni abbiano
chiesto un maggiore coinvolgimento,
ma mi pare
chiaro che ormai ci si è
avviati sulla strada giusta.
D) Tutto sommato, dunque,
il suo è un giudizio
positivo sulla bozza di
riforma costituzionale
varata dal governo…
R) Direi di sì, anche perché
mi pare che un po’
tutti abbiano parlato di
uno schema di disegno di
legge costituzionale aperto
al confronto con le Regioni
ed il Parlamento.
Esattamente ciò che non
avvenne con la riforma
varata dall’Ulivo, alla fine
della scorsa legislatura, a
colpi di maggioranza.
D) Nel provvedimento
del governo c’è anche
quanto chiedeva lei per
Roma Capitale. Soddisfatto?
R) Io credo che debba essere
soddisfatto chiunque
vuole il bene di Roma,
chiunque vuole una Roma
finalmente in grado di
competere alla pari con
grandi capitali europee,
come Berlino e Londra.
Quando il governo dice
che Roma potrà dare leggi
proprie, nei limiti stabiliti
dallo Statuto della Regione
Lazio, siamo di fronte
a una rivoluzione che serve
a rendere competitiva
la capitale di uno Stato federale.
Il sindaco, dunque,
sarà più forte e avrà più
poteri. E’ importante che
questo si stabilisca con
una legge costituzionale,
perché così si mette in
chiaro che alla Capitale
non vengono attribuiti poteri
provvisori, come, ad
esempio, quelli speciali,
ma poteri permanenti, sanciti
dalla Carta costituzionale
del nostro Paese.
D) Sta per partire la conferenza
intergovernativa,
da cui dovrà uscire il testo
della Costituzione
dell’Unione Europea.
Cosa ne pensa?
R) Non voglio entrare nel
merito di una vicenda che
ha visto protagonista il nostro
vicepremier Gianfranco
Fini, che ha svolto un
ottimo lavoro. Dico solo
che sono d’accordo con
lui: nella bozza che sarà
discussa a Roma, a partire
dal prossimo 4 ottobre, è
necessario un più chiaro
riferimento alle radici cristiane
dell’Europa. Si tratta
di un passo assolutamente
fondamentale, che
dev’essere fatto, così come
richiesto dal Papa.
D) Siamo entrati nella
seconda metà del suo
mandato. Un bilancio.
R) Per elencare tutto quello
che abbiamo fatto in
questi primi tre anni di governo
forse non basterebbe
un numero intero del suo
giornale. Mi limito a ricordare
alcuni fra i traguardi
raggiunti: sicuramente al
primo posto c’è l’apertura
dell’ospedale Sant’Andrea
che era attesa da ben
trent’anni. Da altrettanto
tempo era attesa l’apertura
della Frosinone Mare che
siamo riusciti a sbloccare,
attuando un pressing asfissiante
nei confronti dell’Anas.
E uno dei fiori all’occhiello
di questa Giunta
è la politica sociale,
portata avanti in favore
della famiglie: la legge
sulla famiglia è una pietra
miliare, ma voglio ricordare
anche la legge sugli
oratori e il bonus scolastico,
senza dimenticare gli
assegni per le ragazze madri
e per il terzo figlio. E
ci sono i numerosi interventi
a favore dei disabili,
che mi piace definire diversamente
abili, se non
straordinariamente abili.
Quello del gruppo musicale
Ladri di carrozzelle,
composto da giovani disabili,
è un esempio che tutti
dovrebbero tenere sempre
ben presente.