Dopo un periodo di allarmismo giornalistico il Ministero della Salute
ha emesso una discutibile e discussa ordinanza sui cani «pericolosi»
Il Ministero della Salute
ha emanato recentemente
un’ordinanza
che sarà in vigore per un
anno anche se già si parla
di un nuovo testo.
Dovrebbe, secondo le intenzioni
del Ministro Sirchia,
ridurre le ripetute
aggressioni da parte soprattutto
di cani pitbull,
verificatesi negli ultimi
mesi e fin con troppo zelo
rese note da ogni tipo
di giornale. Sul sito del
Ministero si legge «E’
quindi ai pitbull che la
misura decisa dal Ministro
è principalmente rivolta,
sebbene coinvolga
anche i cani appartenenti
a ‘razze con spiccate attitudini
aggressive’, appartenenti
ai gruppi 1° e 2°
della classificazione della
federazione cinologica
internazionale e disponibile
in Italia nel sito dell’Ente
nazionale della cinofilia
italiana (Enci). La
stessa Enci però ha precisato
che «non esistono
razze riconosciute che
possono essere definite
‘pericolose’». Inoltre, anche
se concorda sull'uso
della museruola quale
mezzo di prevenzione,
questo deve essere utilizzato
«soltanto per quei
soggetti identificati come
‘morsicatori’ o come ‘potenzialmente
pericolosi’
dai servizi di prevenzione
veterinaria delle Aziende
sanitarie e dagli Enti locali
». Per questo motivo
l’ordinanza deve ritenersi
«inutilmente discriminatoria,
in quanto erroneamente
estesa a razze canine
ufficialmente riconosciute
».
Il testo però, così com’è
formulato, non solo può
contribuire ad alimentare
l’immotivata cattiva fama
dei pitbull, ma discrimina
anche il resto delle razze
canine. Si è posto il divieto
di selezionare o incrociare
razze di cani per
svilupparne l’aggressività,
ma giustamente la
Lav fa notare che «l’aggressività
non è determinata
geneticamente, ma
risulta dal complesso di
esperienze che il cane acquisisce
nel corso della
sua vita».
E’ previsto anche il divieto
di possedere i cani
elencati nell’ordinanza ai
delinquenti abituali (o per
tendenza), a chi è sottoposto
a misure di sicurezza
personale, a chi abbia
riportato una condanna
per delitto non colposo
punibile con la reclusione
superiore a due anni, ai
minori di 18 anni, agli interdetti
e inabilitati per
infermità. Si parla di «acquistare
», «possedere» o
«detenere», creando una
certa confusione: un minorenne
che porta il pitbull
di casa a fare la passeggiatina
quotidiana,
violerebbe questo divieto?
Il tema che si annuncia
però come il più dibattuto
è quello senz’altro dell'assicurazione
obbligatoria.
Molti proprietari di cani
provvedono già da tempo
alla stipula di adeguate
polizze assicurative, che
mirano non a ridurre le
aggressioni ma a tutelare
i padroni dei cani e le vittime
delle aggressioni
sotto il profilo giuridico
per eventuali risarcimenti
civili. La paura di fenomeni
di truffe da parte di
false vittime, di speculazioni
da parte delle compagnie
assicurative, la
consapevolezza di un impegno
sempre maggiore
sia dal punto di vista delle
responsabilità sia da
quello economico, oltre a
gravare sul bilancio delle
famiglie potrebbero anche
favorire ed incentivare
l'abbandono di molti
cani, contro di cui si sta
lavorando da tanto tempo
con campagne di sensibilizzazione.
L’ordinanza non prevede
sanzioni, ma per tutti coloro
che non la rispettano,
si applica la censura
prevista dall’articolo 650
del Codice penale che recita:
«Chiunque non osserva
un provvedimento
legalmente dato dall’Autorità
per ragioni (...) di
sicurezza pubblica o
d’ordine pubblico (...) è
punito con l’arresto fino
a tre mesi o con l’ammenda
fino a euro
206,00».
Una circolare del procuratore
della repubblica di
Roma Salvatore Vecchione
inviata ai magistrati di
piazzale Clodio, ai comandanti
provinciali dei
carabinieri, al questore di
Roma, alla polizia municipale
e alla guardia di finanza
afferma «Il tenore
letterale dell'ordinanza
non consente, sulla base
della formulazione adottata,
di includere nelle
previsioni tutte le razze
appartenenti ai gruppi 1 e
2». L'ordinanza del ministro
Girolamo Sirchia sui
cani aggressivi non appare
pertanto applicabile.
di Simona Foschi