Un cittadino americano chiede il risarcimento per il parcheggio di una sonda sul suo asteroide.
Qualche settimana fa
su numerosi quotidiani
italiani è stata
pubblicata una notizia -naturalmente
proveniente dagli
Stati Uniti- che aveva
dell'incredibile. Una storia
vera con il titolo "Gli avvocati
sbarcano sulla Luna".
Questo articolo narra
di una nuova specializzazione
in "Legge spaziale"
che, da qualche anno, varie
università americane offrono
ai loro laureandi in
Legge. Nel resoconto giornalistico
è inserita l'intervista
ad un'autorevole professoressa
dell'Università
del Mississipi -prof. Gabrynowicz-
che racconta
come la legge spaziale
nacque quando lo Sputnik
fu messo in orbita: nello
spazio non c'erano ancora
molte attività, ma negli ultimi
anni le cose sono
cambiate velocemente.
Il giorno in cui la Nasa ha
fatto atterrare una sonda
sull' asteroide Ero, è spuntato
fuori un tale Gregory
Nimiz. Questo signore notificò
un atto giudiziario
alla Nasa che comprovava
"l’acquisto" su Internet
presso un "Registro delle
Concessioni Territoriali
nello Spazio” dell’asteroide
Ero, chiedendo dunque
all'Agenzia spaziale il pagamento
di 20 dollari di
parcheggio, più un risarcimento
del danno non meglio
quantificato. Naturalmente
l’evento si chiuse
con il rigetto delle pretese
di questo signore.
Questa vicenda ha colpito
alcuni imprenditori del
Massachusset i quali hanno
dichiarato alla stampa
di aver raccolto già vari
milioni di dollari per aprire
un insediamento umano su
Marte e che un altro gruppo
sarebbe pronto a creare
una società per ricavare
acqua minerale dal Polo
Sud della Luna.
Tutte queste iniziative che
fino a pochi anni fa sarebbero
sembrate stranezze
e/o follie senza fondamento,
oggi secondo quanto afferma
l'autorevole professoressa
Gabrynowicz, sono
ben più realistiche visto
che la Legge Spaziale
promette
di diventare una delle
specializzazioni richieste
per i laureandi in Legge.
Finora lo spazio è stato
territorio di esplorazione di
pochissimi Stati, ma è prevedibile
che presto non
sarà più così: abbiamo già
visto avventurosi miliardari
che pagano profumatamente
per un viaggio a
bordo delle astronavi russe,
e forse, presto vedremo
una miriade di investitori
privati che si lanciano in
sogni di libera impresa
nello spazio.
La battaglia legale del signor
Nimiz contro la Nasa
è stata oggetto di notevoli
disquisizioni giuridiche
negli Stati Uniti. Sebbene
il Governo e il Tribunale
non abbiano riconosciuto
al signor Nimiz nessuna
concessione territoriale di
quell’asteroide, la stampa
americana ne ha discusso
per settimane. Al di là della
singolarità e forse comicità
della vicenda, questa
storia fa riflettere per quello
che potrebbe essere il
nostro domani.
In una dichiarazione virgolettata
l’avvocato Sylvia
Ospin, membro dell'Istituto
Internazionale della
Legge Spaziale, definiva
“ridicolo” il ricorso del Signor
Nimiz
dicendo che
lo spazio, ovviamente,
non si può
privatizzare e
che l'unico
regolamento
esistente è quello del
1967, firmato all'ONU,
che stabilisce che l'esplorazione
e lo sfruttamento
dello spazio sono compiuti
per il beneficio e gli interessi
di tutti i Paesi e il
“Trattato ONU sulla Luna”
del 1979 che stabilisce che
“i corpi celesti del nostro
sistema solare non possono
essere di proprietà di nessun
Paese, organizzazione
o individuo”. Negli Stati
Uniti sta prendendo piede
una corrente giuridica “ribelle”
che vorrebbe una revisione
totale di quei trattati
in previsione di ipotesi di
imprese commerciali sulla
Luna e sugli asteroidi.
Chissà, dunque, quanti avvocati
si specializzeranno
in Legge Spaziale. Per ora,
gli avvocati italiani possono
leggere questa storia ed
accoglierla solo con un sorriso,
perché tali e tanti sono
i disagi e le disfunzioni dei
nostri uffici giudiziari terreni
che non abbiamo certamente
tempo di poter
pensare a come funzionerebbe
un Tribunale sulla
Luna...
Di Antonio Conte
Avvocato del foro di Roma consulente dell’ordine di Roma