Il centro sinistra "pesca" i suoi candidati dalle aule di giustizia.
In alcune circoscrizioni
chiave l'Unione vuol
giocare la carta dei magistrati
eccellenti per vincere
la sfida con la Cdl.
Nelle liste elettorali spuntano
nomi di giudici o ex
pubblici ministeri.
In questi giorni dovrebbe
sciogliere il riserbo sulla
candidatura nelle liste dell'Unione
Luigi Scotti, presidente
del Tribunale di Roma, nemico giurato della
riforma giudiziaria del
ministro Castelli (contro
cui ha scioperato lo scorso
maggio), anche se le fonti
danno ormai per certa la
sua corsa per il Senato in
Campania.
InGiustizia aveva già affrontato
questo argomento
nel primo numero dello
scorso anno quando scoppiò
una vivace polemica
sull'invito accolto dal presidente
Scotti a presiedere
il convegno organizzato a
Roma dal Partito dei Comunisti
Italiani sul caso
Parmalat. Il magistrato, in tervenuto
alla conferenza
nazionale dei Ds sulla giustizia
insieme a D'Alema e
Violante (titolo: «Giustizia
uguale per tutti»), ha spiegato,
anche in occasione
dell'inaugurazione dell'anno
giudiziario a Roma,
che: «Le ultime leggi sono
state fatte male, molte
hanno il difetto che ritardano
la giustizia. E' necessaria
una nuova stagione di
riforme. Ma non
di grandi riforme, di piccole
riforme che tengano
bene in mente i tempi della
giustizia».
Ora che forse si prospetta
la sua candidatura a un
eventuale futuro governo,
la ricetta del presidente del
tribunale di Roma è stata
chiara: "pensare a come
funziona la macchina-giustizia.
Se le novità
sono
necessarie,
è giusto
che queste
siano in funzione
della
macchina. Se
il governo
avesse dato
mezzi e strutture
avrebbe
fatto opera moderna
e intelligente".
Nel frattempo da
una nota agenzia
di informazione si
apprende che anche
il giudice di
Bologna, Libero
Mancuso lascierà la
toga tra circa un mese.
“Una decisione maturata
da tempo”, ha detto il
giudice.
Non ha però sciolto il riserbo
su una eventuale carica
nella giunta di centro
sinistra che sembrerebbe
essergli stata proposta dal
sindaco Cofferati.
Ai cronisti che gli hanno
domandato se la sua decisione
di lasciare l'incarico
sia in parte dovuta ai contrasto
con il ministro Castelli,
il giudice ha replicato:
«Per ora non dico niente,
ma ci sarà un momento
opportuno per spiegare le
cose».
Di Maria Serra