Giudice di Pace: la riforma che non c'e'
Date: Friday, July 20 @ 17:37:20 CEST
Topic: Articolo


Un servizio ai cittadini da migliorare.



Ho fatto un sogno... L'Ufficio del Giudice di Pace era stato riformato in funzione di una razionalizzazione che prima sembrava assai lontana dal realizzarsi. Esso che originariamente era presente in ogni circoscrizione corrispondente all'ex mandamento, comprendente un più o meno cospicuo gruppo di Comuni, aveva subito una radicale metamorfosi.
La specifica analisi della congruità della ripartizione territoriale, delle strutture, degli organici e dei costi con riferimento ai singoli bacini di utenza ed alla quantità e tipologia degli affari, condotta dagli organi ministeriali competenti, aveva fatto raggiungere il cambiamento, tanto auspicato.
Così, in primis, i locali, in precedenza insufficienti e, talora, ridondanti, erano stati ridimensionati ad una o più (a seconda del numero di giudici) sala di udienza, un'ampia anticamera alla stessa, una stanza destinata a camera di consiglio, una per gli avvocati e un vano per fare stazionare i testimoni in attesa di deposizione. Ma non altri ambienti, non erano essenziali, in quanto ci si tratteneva nello stabile per il tempo strettamente necessario allo svolgimento dell'udienza.
Il personale giudiziario faceva rientro nell'Ufficio del Giudice di Pace centralizzato, nel Palazzo di Giustizia sede del locale Tribunale. Ogni adempimento di Cancelleria successivo all'udienza veniva poi svolto in quella centrale dove c'erano i registri, il materiale e quanto necessario per l'attuazione efficiente dell'attività amministrativa.
Ogni unità di personale impegnato nell'udienza era munito di un telefono cellulare di tipo aziendale i cui costi hanno scarsa incidenza nel budget, venendo ridotti al minimo (in rapporto alla grandezza dell'azienda) o del tutto annullati.
La riforma aveva vinto le ritrosie e i condizionamenti dei politici.
I rappresentanti del popolo nelle diverse sedi assembleari nazionali o locali erano contenti come una pasqua perché, comunque, la località che rappresentavano e che rientrava nel loro collegio elettorale, non era stata privata di quella dignità e di quella tradizione che vantava da secoli, anzi, conservava la stessa importanza. che la presenza di un Giudice nel territorio può dare.
L'avvocatura parimenti era strabeata.
Nella sede centrale del Giudice di Pace, poteva compiere ogni occorren- te attività, senza più bisogno di correre da un capo all'altro del circondario, dovendosi recare in loco solo per l'udienza. Con la riforma era diminuito sensibilmente il numero dei Giudici di pace-coordinatori.
Adesso vi era, per ciascun circondario, un solo giudice di pace-coordinatore ed era quello della sede centrale.
Antecedentemente ve n'era uno per ciascun Ufficio e, a seconda del numero dei giudici assegnati allo stesso, percepiva una indennità mensile per la sola funzione di coordinamento.
E poi, anche, se era stato previsto un tetto massimo (nella misura di 72.000,00) per la retribuzione annua, tuttavia, era apparso chiaro, ai riformatori, che il tempo dedicato dal giudice-coordinatore a questa specifica funzione era sottratto a quello da destinare all'emissione dei provvedimenti che l'utenza attendeva, e per questo fecero il logico mutamento.
La categoria forense, non si spiegava, in precedenza, il perché, in un'era di comunicazioni telematiche, di innovazioni rivoluzionarie e di collegamenti aerei, terrestri e marittimi ultra efficienti e capillari (essendo già da un pezzo, tramontato l'uso del calesse e/o della carrozza), per cui, da molto tempo ormai, a chiunque era possibile di potersi muovere agevolmente e rapidamente tra i diversi paesi (anche quelli sulle montagne sperdute, ma di questi ne erano rimasti molto pochi, ad onor del vero) e città, non si spiemente modificato ed era diventato ottimale a fronte di un servizio nettamente migliorato qualitativamente, anche per le decisioni dei singoli giudici (in precedenza notoriamente carente, come la percentuale di impugnazioni dei provvedimenti emessi, aveva dimostrato).
Dalla gioia non stavo più nel pigiama.
Ma, ddddrriiiiiiiiinnnnnn, la sveglia delle ore 7,00 ha suonato, riportandomi alla realtà. Era finita la visione onirica.

Di Alfredo Rovere
Dirigente del Ministero della Giustizia







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