Meglio Berlusconi che Prodi?
Date: Wednesday, November 28 @ 17:47:21 CET
Topic: Articolo


Dall’inizio della II Repubblica gli italiani, quando è tempo di elezioni, sono costretti a scegliere tra Berlusconi e Prodi.



Dall’inizio della II Repubblica gli italiani, quando è tempo di elezioni, sono costretti a scegliere tra Berlusconi e Prodi. Non c’è altra alternativa. Il tutto si traduce nella convinzione dell’elettorato nel dover scegliere fra il “peggio” e il “meno peggio”.
Fino a qualche giorno fa pensavo che il “peggio” era Berlusconi: conflitto d’interesse, legge ad personam, Previti, corruzione dei giudici, depenalizzazione del reato falso in bilancio. Mentre il “meno peggio” era Prodi che si contrapponeva a Berlusconi come colui che voleva porre fine a questa anomalia tutta italiana, gestendo il tutto secondo una logica di partito che si rifaceva all’ultimo periodo della Democrazia Cristiana.
Oggi, mi rendo conto, visto la vicenda De Magistris, che il peggiore non è Berlusconi ma Prodi.
D’Avanzo, su Repubblica, ci ricorda che una simile tattica era già stata messa in atto da Previti per ricusare i suoi Giudici ma, fortunatamente, con esito sfavorevole. Quello che non è riuscito a Previti è riuscito a Mastella.
Per la prima volta la Calabria è al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica, non per fatti di cronaca legati alla ‘Ndrangheta, ma per fatti politici che hanno poco a che fare con la politica: la mala gestio della cosa pubblica.
Che in Calabria ci sia qualcosa che non va è palese.
Basti pensare che a Lamezia Terme ci son ben 22 sportelli bancari a fronte di 60-70.000 abitanti.
Senza contare gli immensi centri commerciali che sono stati realizzati negli ultimi tempi. Eppure non vi è nessuna attività produttiva che giustifichi tutto ciò. E’ contro ogni legge di mercato pensare di aprire delle banche in un posto che si caratterizza per l’assenza di qualsiasi attività economica-produttiva.
Finalmente arriva un giudice che inizia ad indagare sui fondi europei destinati allo sviluppo della Calabria.
Vecchia storia, prima con la Cassa del Mezzogiorno ora con i fondi della Comunità Europea, vengono spesi fiumi di denaro ma le cose non cambiano.
Il Sud rimane sempre un’aria sottosviluppata e un peso per il Paese. In Calabria non servono nuove idee, grandi progetti, ma un sistema giudiziario che funzioni, che punisca gli illeciti con pene certe senza lasciare spazio alle furberie.
Mi chiedo che senso ha inviare tutto questo denaro se poi in maniera sapiente, e apparentemente legale, questi fondi vanno a finire nelle tasche delle persone sbagliate? Come ben ricordato dal fratello di Borsellino, tutta la vicenda De Magistris è una storia già vissuta negli anni 90, che si è conclusa con il sacrificio di Falcone e Borsellino. Anche loro, quando si sono visti isolati istituzionalmente, si sono rivolti all’opinione pubblica per poter andare avanti nelle loro inchieste.
Anche allora ci sono stati i vari Bertinotti e Mastella che in nome della carta bollata e del formalismo istituzionale hanno invocato il rispetto dei ruoli.
Quando si sente Bertinotti dichiarare: “occorre aspettare che il CSM decida sulla vicenda” non si fa altro che aumentare lo sdegno e il disgusto delle persone. Ricordiamo tutti come il CSM abbia fatto l’interesse della Giustizia e della Nazione nominando Procuratore della Repubblica di Palermo Mele al posto di Falcone. Ricordiamo tutti come Mele, all’oscuro di tutte le vicende di mafia, voleva gestire la Procura come un normale ufficio giudiziario del Nord Italia e mettere da parte chi aveva dedicato tutte le sue energia a combattere la mafia. Anche Cossiga, tempo fa, si è espresso sulla faziosità del CSM nella I Repubblica, dichiarando in un’intervista che in quegli anni i provvedimenti disciplinari nei confronti di giudici venivano presi sulla base della corrente di appartenenza nella magistratura.
Sempre Bertinotti quando gli si chiede conto della vicenda Previti,i con orgoglio istituzionale, risponde che il Parlamento ha seguito le regole e che oggi nessuno può contestare la “cacciata” di Previti dal Parlamento. Belle parole, peccato che tutta questa vicenda sia costata al contribuente 180.000?, è quanto ha percepito Previti come parlamentare, senza aver mai messo piede in Parlamento. Ma non sarebbe stato meglio regalare quei soldi al lavoratore che si è suicidato sul posto di lavoro perché non sapeva come pagare le rate del mutuo? Già dimenticavo, le regole non lo permettono. E la vicenda del lavoro in nero legata ai collaboratori dei parlamentari?
E le migliaia di persone che ogni anno muoiono per incidenti sul lavoro? Eppure, le tre più importanti cariche dello Stato sono ricoperte da sindacalisti e ex comunisti.
Meglio Berlusconi che Prodi, anzi meglio Previti che Prodi. Almeno con Previti si sa con chi si ha a che fare e non si correre il rischio di deludere le aspettative dei cittadini.

Di Paolo Franzi





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