Quel cannolo di troppo
Date: Thursday, February 14 @ 16:17:19 CET
Topic: Editoriali


Un cannolo per festeggiare una condanna a cinque anni di reclusione.

Un cannolo per festeggiare una condanna a cinque anni di reclusione: questa è l’immagine che gli Italiani e cittadini del mondo hanno visto sulle televisioni: in realtà il Presidente della regione Sicilia esprimeva la propria gioia per la contemporanea assoluzione dal reato per associazione mafiosa e per il fatto che, ben conoscendo i meccanismi della giustizia, sa che i cinque anni di pena non li sconterà mai anche in assenza del possibile ribaltamento della decisione in Corte d’Appello, ma resta il fatto che la fotografia politica dell’Italia resterà quella del vassoio di cannoli per una condanna. Proviamo a voltare pagina per non farci strozzare da un cannolo troppo dolce e troviamo le strade della Campania invase dalla mondezza, con la polizia che carica i cittadini di Pianura che protestano pacificamente per impedire che sia riaperta una discarica chiusa perché foriera di malattie: non si fa in tempo a pensare che qualcuno voglia che alla guida della protesta si mettano i teppisti che bruciano gli autobus, che qualche politico troppo rapido nell’esternare se la prenda con i facinorosi sobillati dalla Destra.
Eppure la mondezza sta lì, malgrado la Campania e Napoli siano amministrati da molti anni da Bassolino e dalla Iervolino i quali, a memoria di uomo, non hanno impostato la loro battaglia politica per risolvere il problema che ammorba queste aree: l’immagine dell’Italia è quindi il Presidente Campano che, seduto su una poltrona di rifiuti, dichiara che non si dimette, perché egli ha solo errato nel sottovalutare l’importanza del problema, ma la sua presenza è ancora necessaria a quel posto.
Troppa puzza, cerchiamo di cambiare pagina, ma il problema dei rifiuti è anch’esso troppo grande per riuscirci con facilità: così si intercetta in TV Diliberto che ritiene anche lui scandaloso il fatto che Bassolino non si dimetta, ma dimentica che il suo partito sostiene la giunta campana ed il governo nel quale il verde Alfonso Pecoraro Scanio è Ministro dell’Ambiente e, come tale, corresponsabile del disastro ecologico in una zona che è anche il suo bacino elettorale, essendo ivi nato e cresciuto. Non è difficile capire perché la porta che si apriva nell’indimenticata trasmissione Carosello era una immagine napoletana, ma di questo carosello dei politicanti e di questa pubblicità l’Italia farebbe volentieri a meno, ma cambiare pagina cambiando regione non è facile in questi giorni. Ecco infatti che appare Mastella che, per una volta, tornando dal lavoro troverà la moglie in casa e non impegnata anche lei a far politica, quale presidente del Consiglio Regionale della Campania, grazie al provvedimento del GIP di Santa Maria Capua Vetere che, dopo averla messa agli arresti domiciliari, preannuncia si dichiarerà incompetente a conoscere il resto dell’inchiesta.
Il tema dell’inchiesta è la sanità e le raccomandazioni al suo interno, per il Ministro, ben conscio dell’ambiente nel quale si sta operando, solo mondezza giudiziaria.
Viene da domandarsi se siano i rifiuti a far male alla salute o la malasanità ad impedire ai netturbini di raccoglierli, ma sono elucubrazioni dialettiche, tanto la foto dell’Italia che va in giro per il mondo è che vi sono dei politici che in questo mare di escrementi continuano a nuotare qualsiasi cosa succeda, senza mai pensare che, forse, sarebbe il caso che si facessero una doccia ed andassero a lavorare, tentando di mandare avanti una famiglia con € 1.200,00 al mese.
Mastella si è dimesso in due tempi, quasi che sperasse che in ventiquattro ore succedesse qualcosa. Il giorno dopo il Consiglio Superiore della Magistratura ha condannato il giudice De Magistris, cioè uno di quei PM che avevano indagato nei confronti suoi e del Presidente del Consiglio Prodi. E’ difficile affermare se si tratti di casualità o di scarsa sincronia, anche perché in una nazione dove vi dovrebbero essere delle rigide separazioni tra i poteri eventi di questo genere non solo possono succedere, ma potrebbero essere il segnale che il sistema riesce a funzionare, malgrado tutto. Purtroppo, però, in un mondo dominato dalle immagini dei mass media piuttosto che dalle singole realtà, le foto si sovrappongono e creano una realtà virtuale che fa sembrare che si punisce l’arbitro che ha attribuito il rigore per calmare le ire del presidente della società calcistica che ha perso la partita.
Napoli non è però solo mondezza e malasanità, visto che ha deciso di processare Berlusconi per aver raccomandato alcune belle ragazze a Saccà nella speranza di riuscire così a portar via qualche senatore alla maggioranza: dai giornali non si comprendono bene quali fossero i rapporti tra i senatori e le attricette, ma forse è giusto così, perché di tali storie è ormai «istituzionalmente» competente Potenza…
In fondo la politica cerca di voltare pagina e si diletta a proporre ai cittadini quesiti referendari sul sistema di attribuzione delle poltrone all’interno della casta, preoccupandosi dei possibili effetti della consultazione elettorale. Viene veramente da domandarsi se certi personaggi scendano mai a fare la spesa se non al mercato rionale, almeno al supermercato creato sul terreno dell’amico prontamente raccomandato al presidente della regione che ha visto concedersi il permesso di creare una mega struttura in una zona ove la viabilità è tale che i residenti ci mettono un’ora per raggiungere il posto di lavoro a pochi chilometri di distanza. Sfidiamo qualunque frequentatore di questi luoghi a trovare qualcuno che ivi parli dei referendum elettorali o si interessi delle bozze Bianco uno, due e tre, numeri servono per dare il ritmo, ma i salti il cittadino normale li deve fare per far rientrare in un certo importo il contemporaneo acquisto del latte con quello della carne.
Al referendum, se si terrà, non andrà a votare un numero di Italiani sufficiente a rendere valido il quesito referendario e quindi i bla bla dei politici sul punto sono vacue immagini della loro pochezza.
Allora è meglio mangiarsi un cannolo comprato a spese nostre e guardare il calcio alla televisione, pensando che, per quel rigore negato, anche Moggi sarà processato a Napoli in mezzo alla mondezza.

Romolo Reboa





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