Un cannolo per festeggiare
una condanna a cinque anni di reclusione.
Un cannolo per festeggiare
una condanna
a cinque anni
di reclusione: questa è l’immagine
che gli Italiani e
cittadini del mondo hanno
visto sulle televisioni: in
realtà il Presidente della regione
Sicilia esprimeva la
propria gioia per la contemporanea
assoluzione dal
reato per associazione mafiosa
e per il fatto che, ben
conoscendo i meccanismi
della giustizia, sa che i cinque
anni di pena non li
sconterà mai anche in assenza
del possibile ribaltamento
della decisione in
Corte d’Appello, ma resta
il fatto che la fotografia politica
dell’Italia resterà
quella del vassoio di cannoli
per una condanna. Proviamo
a voltare pagina per
non farci strozzare da un
cannolo troppo dolce e troviamo
le strade della Campania
invase dalla mondezza,
con la polizia che carica
i cittadini di Pianura che
protestano pacificamente
per impedire che sia riaperta
una discarica chiusa perché
foriera di malattie: non
si fa in tempo a pensare che
qualcuno voglia che alla
guida della protesta si mettano
i teppisti che bruciano
gli autobus, che qualche politico
troppo rapido nell’esternare
se la prenda con i facinorosi
sobillati dalla Destra.
Eppure la mondezza sta lì,
malgrado la Campania e Napoli
siano amministrati da
molti anni da Bassolino e
dalla Iervolino i quali, a memoria
di uomo, non hanno
impostato la loro battaglia
politica per risolvere il problema
che ammorba queste
aree: l’immagine dell’Italia è
quindi il Presidente Campano
che, seduto su una poltrona
di rifiuti, dichiara che non si
dimette, perché egli ha solo
errato nel sottovalutare l’importanza
del problema, ma la
sua presenza è ancora necessaria
a quel posto.
Troppa puzza, cerchiamo di
cambiare pagina, ma il problema
dei rifiuti è anch’esso
troppo grande per riuscirci
con facilità: così si intercetta
in TV Diliberto che ritiene
anche lui scandaloso il fatto
che Bassolino non si dimetta,
ma dimentica che il suo partito
sostiene la giunta campana
ed il governo nel quale il verde
Alfonso Pecoraro Scanio è
Ministro dell’Ambiente e, come
tale, corresponsabile del
disastro ecologico in una zona
che è anche il suo bacino
elettorale, essendo ivi nato e
cresciuto. Non è difficile capire
perché la porta che si
apriva nell’indimenticata trasmissione
Carosello era una
immagine napoletana, ma di
questo carosello dei politicanti
e di questa pubblicità
l’Italia farebbe volentieri a
meno, ma cambiare pagina
cambiando regione non è facile
in questi giorni. Ecco infatti
che appare Mastella che,
per una volta, tornando dal
lavoro troverà la moglie in
casa e non impegnata anche
lei a far politica, quale presidente
del Consiglio Regionale
della Campania, grazie al
provvedimento del GIP di
Santa Maria Capua Vetere
che, dopo averla messa agli
arresti domiciliari, preannuncia
si dichiarerà incompetente
a conoscere il resto dell’inchiesta.
Il tema dell’inchiesta è la sanità
e le raccomandazioni al
suo interno, per il Ministro,
ben conscio dell’ambiente
nel quale si sta operando, solo
mondezza giudiziaria.
Viene da domandarsi se siano
i rifiuti a far male alla salute
o la malasanità ad impedire
ai netturbini di raccoglierli,
ma sono elucubrazioni dialettiche,
tanto la foto dell’Italia
che va in giro per il mondo è
che vi sono dei politici che in
questo mare di escrementi
continuano a nuotare qualsiasi
cosa succeda, senza mai
pensare che, forse, sarebbe il
caso che si facessero una
doccia ed andassero a lavorare,
tentando di mandare
avanti una famiglia con €
1.200,00 al mese.
Mastella si è dimesso in due
tempi, quasi che sperasse che
in ventiquattro ore succedesse
qualcosa. Il giorno dopo il
Consiglio Superiore della
Magistratura ha condannato
il giudice De Magistris, cioè
uno di quei PM che avevano
indagato nei confronti suoi e
del Presidente del Consiglio
Prodi. E’ difficile affermare
se si tratti di casualità o di
scarsa sincronia, anche perché
in una nazione dove vi
dovrebbero essere delle rigide
separazioni tra i poteri
eventi di questo genere non
solo possono succedere, ma
potrebbero essere il segnale
che il sistema riesce a funzionare,
malgrado tutto. Purtroppo,
però, in un mondo
dominato dalle immagini dei
mass media piuttosto che
dalle singole realtà, le foto si
sovrappongono e creano una
realtà virtuale che fa sembrare
che si punisce l’arbitro
che ha attribuito il rigore per
calmare le ire del presidente
della società calcistica che
ha perso la partita.
Napoli non è però solo mondezza
e malasanità, visto che
ha deciso di processare Berlusconi
per aver raccomandato
alcune belle ragazze a
Saccà nella speranza di riuscire
così a portar via qualche
senatore alla maggioranza:
dai giornali non si comprendono
bene quali fossero
i rapporti tra i senatori e le
attricette, ma forse è giusto
così, perché di tali storie è
ormai «istituzionalmente»
competente Potenza…
In fondo la politica cerca di
voltare pagina e si diletta a
proporre ai cittadini quesiti
referendari sul sistema di attribuzione
delle poltrone all’interno
della casta, preoccupandosi
dei possibili effetti
della consultazione elettorale.
Viene veramente da domandarsi
se certi personaggi
scendano mai a fare la spesa
se non al mercato rionale, almeno
al supermercato creato
sul terreno dell’amico prontamente
raccomandato al presidente
della regione che ha visto
concedersi il permesso di
creare una mega struttura in
una zona ove la viabilità è tale
che i residenti ci mettono
un’ora per raggiungere il posto
di lavoro a pochi chilometri
di distanza. Sfidiamo qualunque
frequentatore di questi
luoghi a trovare qualcuno che
ivi parli dei referendum elettorali
o si interessi delle bozze
Bianco uno, due e tre, numeri
servono per dare il ritmo, ma i
salti il cittadino normale li deve
fare per far rientrare in un
certo importo il contemporaneo
acquisto del latte con
quello della carne.
Al referendum, se si terrà, non
andrà a votare un numero di
Italiani sufficiente a rendere
valido il quesito referendario
e quindi i bla bla dei politici
sul punto sono vacue immagini
della loro pochezza.
Allora è meglio mangiarsi un
cannolo comprato a spese nostre
e guardare il calcio alla
televisione, pensando che, per
quel rigore negato, anche
Moggi sarà processato a Napoli
in mezzo alla mondezza.
Romolo Reboa