Venti di guerra a Palazzo
Date: Friday, February 22 @ 16:49:30 CET
Topic: Articolo


Le liste di ieri e di domani a confronto.



Al Palazzo di Giustizia è di nuovo bufera. Il biennio del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, presieduto dall’avvocato Alessandro Cassiani si è concluso e gli iscritti sono chiamati alle urne il 26-27-28 e 29 gennaio per eleggere i nuovi consiglieri. Riaffiorano vecchie polemiche che partono da quattro anni fa, cioè dalla prima nomina di Alessandro Cassiani a presidente e relative dimissioni dell’ex presidente e primo degli eletti, Federico Bucci, con suo tentativo di arrivare a rifare le elezioni attraverso il commissariamento dell’Ordine.
E gli schieramenti non sono molto cambiati rispetto a due anni fa: tutti i consiglieri dimissionari, fatta eccezione per Prosperetti e Storace, si ripresentano anche in questa nuova tornata elettorale nelle rispettive liste di appartenenza. Unica new entry, la lista ‘Area Nuova’ che viene data ufficiosamente vicina al partito Alleanza Nazionale.
Sarà interessante vedere fino a che punto possa giovare il legame tra avvocatura e politica.
Certo è che tradizionalmente questa congiuntura non rispecchia propriamente l’atteggiamento delle liste e del Consiglio dell’Ordine, piuttosto orientato semmai a mere simpatie o preferenze, comunque mai così nette.
I gruppi storici che semplifichiamo con il riferimento del candidato ‘promotore’ sono quattro: la lista Conte, la lista Cassiani, la lista Bucci e la lista Condello. C’è poi una outsider, Laura Vasselli, già consigliera dell’ordine, che ha preferito correre da sola e con la quale, riconoscendole un certo peso elettorale, sarà interessante confrontarsi, all’indomani del risultato.
Nei corridoi del Palazzaccio si respira un’aria tesa, combattiva, ma anche equilibrata e corretta: il gruppo coadiuvato da Federico Bucci è ‘simbolicamente’ e nei fatti contro tutti, presentandosi con una lista forte di nove avvocati molto conosciuti, conta di avere la meglio anche grazie al frazionamento che si è venuto a creare nei gruppi avversari prima a lui contrapposti. E’ infatti evidente la frattura (almeno dal punto di vista elettorale) tra Alessandro Cassiani e Antonio Conte, rispettivamente presidente e segretario del Consiglio dell’Ordine uscente. Entrambe le li- ste mantengono un atteggiamento sostanzialmente corretto tra di loro, anche se non hanno mancato di far notare nelle loro comunicazioni agli elettori alcuni atteggiamenti poco collaborativi da parte di alcuni in questi due anni di lavoro intenso e resi ancor più difficili da una situazione politico istituzionale che ha interessato molto l’avvocatura e nel quale il Consiglio dell’Ordine ha saputo mettere in evidenza le necessità per poter far ripartire la professione.
Peraltro le polemiche potrebbero essere anche rivolte contro Bucci a causa delle sue iniziative giudiziarie risoltesi in una archiviazione, ma delle quali è rimasta in molti avvocati l’amarezza di aver chiesto alla Procura della Repubblica di mettere il naso nei fascicoli disciplinari degli avvocati.
Dal canto suo Bucci sembra puntare molto sulla battaglia relativa alla formazione ed alle scelte in tal senso sia del CNF che della maggioranza dei consiglieri uscenti a lui contrapposti, anche perché è innegabile che egli fu il primo a sollevare durante la propria presidenza il problema del conflitto tra ordini forensi e CNF.
Difficili da valutare sono viceversa le reali potenzialità della lista Condello, ove solo il capolista è un consigliere uscente con l’onere di risalire la china dopo la bruciante sconfitta delle sue iniziative al congresso forense di Milano: tuttavia l’ex segretario è uomo pieno di risorse e nel momento di difficoltà potrebbe riuscire a trainare con sé qualche nuovo consigliere. Infine vi sono avvocati autorevoli ed associazioni forensi, nonché i dipartimenti giustizia di vari partiti politici, i quali ufficialmente non partecipano alla competizione elettorale e non si impegnano nel primo turno.
Essi, tuttavia, nel ballottaggio potrebbero spostare quel numero di voti in favore di questo o quel candidato provocandone la vittoria in silenzio, cioè senza fare clamore o affiggere manifesti, ma solo con un giro di telefonate o l’invio di SMS.
Sono elezioni incerte e su questo non vi è dubbio. Su un totale di circa ventimila iscritti, sono cinquemila gli avvocati che generalmente registrano nell’urna la propria preferenza. L’obbiettivo più arduo sarebbe quello di riuscire a far crescere questa partecipazione perché la rappresentatività del parlamento forense sia più sentita da tutti, candidati consiglieri compresi.

Di Maria Serra







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