Il futuro è già presente
Chi tra gli avvocati ha
già compiuto un trentennio
di vita forense
non può non ricordare alcune
tracce del passato che, per i
più giovani, sono davvero difficili
a comprendersi. All’epoca,
le note di iscrizione a
ruolo delle cause civili si scrivevano
su “uso bollo”. Si applicavano
i “ciceroni”. Si allegavano
le “veline”. I registri
di cancelleria erano “libroni”
e le sentenze si registravano a
Via Plinio, pagando in contanti,
al quinto piano, anche di
sabato.Cose, oggi, impensabili.
Ma, a quel tempo, l’attività
forense si conduceva con modalità
oggi inimmaginabili.
Le fotocopiatrici erano quasi
primitive. Non esistevano i
fax. Di posta elettronica, neppure
a parlarne. I computer
erano roba da astronauti ed il
telefonino non l’adoperava
neppure James Bond. Eppure,
oggi, tutto questo è facilmente
disponibile e nessuno resta
sorpreso. Il progresso ci circonda
dappertutto e ci pervade
sempre di più. Appare
quindi logico ed opportuno
che anche l’Amministrazione
giudiziaria si sia decisamente
indirizzata ad attingere dal
contesto attuale le risorse
tecnologiche per adeguarsi
alle mutate esigenze dell’esercizio
dell’attività
forense. Così, nasce PolisWeb.
Sino ad ieri,
PolisWeb era la più
evoluta risorsa telematica
di cui l’Avvocatura
potesse fruire: un sistema
(più correttamente, un
sottosottosistema) per consentire
la consultazione telematica
delle informazioni
contenute nei registri di cancelleria,
utilizzabile sia in
ambiente Intranet (all'interno
dell'ufficio giudiziario, attraverso
appositi "chioschi"
informativi disseminati nei
tribunali), sia in ambiente Internet
(via web). Tuttavia, sino
a poco tempo addietro,
PolisWeb era fruibile esclusivamente
nei ristretti limiti
“distrettuale” (coincidenti
con quelli del distretto di
Corte d’Appello di appartenenza
di ciascun avvocato
utilizzatore). Adesso, PolisWeb
è già fruibile su estensione
nazionale, attraverso
l’accesso ad ogni tribunale
(che abbia già apprestato le
proprie strutture) per il tramite
del “Gestore Centrale”
(cioè il “server” centrale di
produzione) posizionato a
Napoli. Sino a poco tempo
addietro, il “vecchio” PolisWeb
distrettuale consentiva
l a
consultazione via internet dei
dati dell’ufficio giudiziario limitatamente
a quando registrato
sino alla giornata antecedente
(l’aggiornamento avveniva
durante la notte).
Adesso, il nuovo PolisWeb
“nazionale” offre la facoltà
della consultazione dei dati
giudiziari aggiornati in tempo
reale, attraverso la visualizzazione
per il tramite del “Gestore
Centrale” (il “server”
centrale di produzione) posizionato
a Napoli. Tutti questi
sono evidenti sintomi di forte
modernizzazione. In tale contesto,
ha fatto irruzione il
PCT, cioè il Processo Civile
Telematico. Il PCT è la risorsa
applicativa che, prevedendo
l’interazione telematica tra
i Soggetti Abilitati Esterni
(avvocati e ausiliari del giudice)
ed i Sistemi di Gestione
dei Registri installati presso
gli uffici giudiziari civili, consente
l’espletamento di funzioni
quali: a) la redazione, la
firma ed il deposito di atti e
documenti nell’Ufficio Giudiziario;
b) la emissione di
ricevute elettroniche di
avvenuta presa in carico
da parte dell’Ufficio Giudiziario
e di inserimento
nel fascicolo
informatico
del processo;
c) la
ricezione di
comunicazioni
da parte
dell’Ufficio
G i u d i z i a r i o
nella propria “Casella
di Posta Elettronica
Certificata del Processo Telematico”
(la CPECPT); d) l’effettuazione
di consultazioni
dei fascicoli processuali di
propria pertinenza. Complici
le sopravvenute innovazioni
tecnologiche, l’obiettivo di
incrementare l’efficienza dell’apparato
giudiziario e la opportunità
di conseguire futuri
risparmi gestionali, è stato
perciò possibile dare corso al
piano di E-Governement del
sistema giudiziario civile, imperniato
proprio sulla diffusione
del Processo Civile Telematico.
Dal 2006 (epoca
dell’intesa raggiunta tra Ministero
della Giustizia, il Consiglio
dell’Ordine degli Avvocati
di Milano ed il Tribunale
meneghino per dare vita alla
prima forma di PCT attraverso
il ricorso per decreto ingiuntivo
presentato per via telematica),
sono stati fatti ulteriori
ed importanti passi in
avanti. Mentre l’esperienza
milanese ha costituito indubitabilmente
la sperimentazione
apripista di un viatico da
esplorare e percorrere decisamente,
altre sopravvenute iniziative
locali hanno condotto
ulteriori tribunali di varia
consistenza (Napoli, Genova,
Vigevano, Padova e Catania)
ad avviare anch’essi
quella forma iniziale di PCT
che già consente agli Avvocati
la interazione con le
cancellerie ed il deposito degli
atti per via telematica.
Anche il foro di Roma,
senz’altro il più numeroso
della Penisola, ambisce tuttavia
ad incamminarsi su tale
itinerario modernista.
Raccolte le sollecitazioni da
parte della competente Direzione
Generale del Ministero
della Giustizia, già da luglio
2008 il Consiglio dell’Ordine
degli Avvocati di
Roma si è immediatamente
munito delle necessarie
strutture tecniche per fruire
del PCT. Dotatosi del “punto
di accesso per il PCT” (il cosiddetto
PdA), il Consiglio
dell’Ordine romano ha prontamente
messo i propri iscritti
nella condizione di essere
pronti a partire con il (ricorso
per) “decreto ingiuntivo telematico”
e con le notifiche per
via telematica. Stanca delle
lungaggini, dei disservizi e
delle deplorevoli trafile che
caratterizzano l’offerta del
“servizio Giustizia” presso gli
ingolfatissimi Tribunali romani,
la stessa Avvocatura romana
preme ormai insistentemente
perché si rompano gli
indugi e si parta con il moderno
PCT. Ma quando, tutti ci
chiediamo, scoccherà l’ora in
cui anche l’Amministrazione
giudiziaria abbandonerà
l’attuale immobilismo e, cogliendo
la sfida dei tempi attuali,
avrà la voglia, il coraggio
e la capacità di mettersi
al passo con il meritevole dinamismo
di questa moderna
Avvocatura?
Alessandro Graziani