Il processo civile telematico
Date: Thursday, January 15 @ 16:12:59 CET
Topic: Articolo


Il futuro è già presente

Chi tra gli avvocati ha già compiuto un trentennio di vita forense non può non ricordare alcune tracce del passato che, per i più giovani, sono davvero difficili a comprendersi. All’epoca, le note di iscrizione a ruolo delle cause civili si scrivevano su “uso bollo”. Si applicavano i “ciceroni”. Si allegavano le “veline”. I registri di cancelleria erano “libroni” e le sentenze si registravano a Via Plinio, pagando in contanti, al quinto piano, anche di sabato.Cose, oggi, impensabili.
Ma, a quel tempo, l’attività forense si conduceva con modalità oggi inimmaginabili. Le fotocopiatrici erano quasi primitive. Non esistevano i fax. Di posta elettronica, neppure a parlarne. I computer erano roba da astronauti ed il telefonino non l’adoperava neppure James Bond. Eppure, oggi, tutto questo è facilmente disponibile e nessuno resta sorpreso. Il progresso ci circonda dappertutto e ci pervade sempre di più. Appare quindi logico ed opportuno che anche l’Amministrazione giudiziaria si sia decisamente indirizzata ad attingere dal contesto attuale le risorse tecnologiche per adeguarsi alle mutate esigenze dell’esercizio dell’attività forense. Così, nasce PolisWeb.
Sino ad ieri, PolisWeb era la più evoluta risorsa telematica di cui l’Avvocatura potesse fruire: un sistema (più correttamente, un sottosottosistema) per consentire la consultazione telematica delle informazioni contenute nei registri di cancelleria, utilizzabile sia in ambiente Intranet (all'interno dell'ufficio giudiziario, attraverso appositi "chioschi" informativi disseminati nei tribunali), sia in ambiente Internet (via web). Tuttavia, sino a poco tempo addietro, PolisWeb era fruibile esclusivamente nei ristretti limiti “distrettuale” (coincidenti con quelli del distretto di Corte d’Appello di appartenenza di ciascun avvocato utilizzatore). Adesso, PolisWeb è già fruibile su estensione nazionale, attraverso l’accesso ad ogni tribunale (che abbia già apprestato le proprie strutture) per il tramite del “Gestore Centrale” (cioè il “server” centrale di produzione) posizionato a Napoli. Sino a poco tempo addietro, il “vecchio” PolisWeb distrettuale consentiva l a consultazione via internet dei dati dell’ufficio giudiziario limitatamente a quando registrato sino alla giornata antecedente (l’aggiornamento avveniva durante la notte).
Adesso, il nuovo PolisWeb “nazionale” offre la facoltà della consultazione dei dati giudiziari aggiornati in tempo reale, attraverso la visualizzazione per il tramite del “Gestore Centrale” (il “server” centrale di produzione) posizionato a Napoli. Tutti questi sono evidenti sintomi di forte modernizzazione. In tale contesto, ha fatto irruzione il PCT, cioè il Processo Civile Telematico. Il PCT è la risorsa applicativa che, prevedendo l’interazione telematica tra i Soggetti Abilitati Esterni (avvocati e ausiliari del giudice) ed i Sistemi di Gestione dei Registri installati presso gli uffici giudiziari civili, consente l’espletamento di funzioni quali: a) la redazione, la firma ed il deposito di atti e documenti nell’Ufficio Giudiziario; b) la emissione di ricevute elettroniche di avvenuta presa in carico da parte dell’Ufficio Giudiziario e di inserimento nel fascicolo informatico del processo; c) la ricezione di comunicazioni da parte dell’Ufficio G i u d i z i a r i o nella propria “Casella di Posta Elettronica Certificata del Processo Telematico” (la CPECPT); d) l’effettuazione di consultazioni dei fascicoli processuali di propria pertinenza. Complici le sopravvenute innovazioni tecnologiche, l’obiettivo di incrementare l’efficienza dell’apparato giudiziario e la opportunità di conseguire futuri risparmi gestionali, è stato perciò possibile dare corso al piano di E-Governement del sistema giudiziario civile, imperniato proprio sulla diffusione del Processo Civile Telematico.
Dal 2006 (epoca dell’intesa raggiunta tra Ministero della Giustizia, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Milano ed il Tribunale meneghino per dare vita alla prima forma di PCT attraverso il ricorso per decreto ingiuntivo presentato per via telematica), sono stati fatti ulteriori ed importanti passi in avanti. Mentre l’esperienza milanese ha costituito indubitabilmente la sperimentazione apripista di un viatico da esplorare e percorrere decisamente, altre sopravvenute iniziative locali hanno condotto ulteriori tribunali di varia consistenza (Napoli, Genova, Vigevano, Padova e Catania) ad avviare anch’essi quella forma iniziale di PCT che già consente agli Avvocati la interazione con le cancellerie ed il deposito degli atti per via telematica.
Anche il foro di Roma, senz’altro il più numeroso della Penisola, ambisce tuttavia ad incamminarsi su tale itinerario modernista. Raccolte le sollecitazioni da parte della competente Direzione Generale del Ministero della Giustizia, già da luglio 2008 il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma si è immediatamente munito delle necessarie strutture tecniche per fruire del PCT. Dotatosi del “punto di accesso per il PCT” (il cosiddetto PdA), il Consiglio dell’Ordine romano ha prontamente messo i propri iscritti nella condizione di essere pronti a partire con il (ricorso per) “decreto ingiuntivo telematico” e con le notifiche per via telematica. Stanca delle lungaggini, dei disservizi e delle deplorevoli trafile che caratterizzano l’offerta del “servizio Giustizia” presso gli ingolfatissimi Tribunali romani, la stessa Avvocatura romana preme ormai insistentemente perché si rompano gli indugi e si parta con il moderno PCT. Ma quando, tutti ci chiediamo, scoccherà l’ora in cui anche l’Amministrazione giudiziaria abbandonerà l’attuale immobilismo e, cogliendo la sfida dei tempi attuali, avrà la voglia, il coraggio e la capacità di mettersi al passo con il meritevole dinamismo di questa moderna Avvocatura?

Alessandro Graziani







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