Comunicato stampa del Presidente della Camera Penale di Roma, avv. Gian Domenico Chiazza, a proposito delle dichiarazioni del Segretario Anm, dott. Cascini, su avvocati, parcelle e separazione delle carriere.
Il segretario dell’A.N.M., dott. Giuseppe Cascini, intervistato dal
quotidiano “La Repubblica” liquida il tema della separazione
delle carriere come una idea di riforma “propagandistica e semplificatoria”,
e come “folkloriistica” l’idea del Giudice che debba
dare del “lei” al Pubblico Ministero. Non è certo una sorpresa
che il Segretario di A.N.M. si esprima in termini così liquidatori
nei confronti di un assetto ordinamentale fatto proprio dalla
gran parte delle più avanzate e civili democrazie politiche nel
mondo. Ognuno ha le sue ambizioni: c’è chi pensa, di fronte alla
crisi indecorosa della Giustizia nel nostro Paese ben rappresentata
in questi giorni al mondo intero da Procure in guerra, al
modello anglosassone (ma anche francese, tedesco, svedese, portoghese
e via dicendo), e chi alla strenua difesa di modelli isolati
e negletti nel mondo civile. Nemmeno è servito alla Magistratura
associata prendere atto della larghissima condivisione popolare
di quella idea folkloristica: il dott. Cascini deve dire ancora
grazie al premier Berlusconi, che propagandò con successo
– e per ragioni ancora oscure- l’astensione, se quella riforma
non sia passata a furor di popolo con il referendum del 2000. Ma
quello che non si può tollerare è questo continuo riferirsi agli
avvocati, alla loro funzione, al loro ruolo nel processo e nella società
– come egli fa ancora una volta nella intervista- come soggetti
interessati solo alla liquidazione delle proprie esose parcelle.
Questo sì che è folklore, qualunquistica evocazione dell’azzeccagarbugli.
Ricordi il dott. Cascini che le società antidemocratiche
convivono benissimo con una Magistratura forte, ma
non tollerano una Avvocatura libera ed indipendente, e non le
sopravvivono. Qualunque sia il costo delle parcelle.