Una storia da raccontare
Barak Obama nasce alle
Hawaii, il 4 agosto
1961, da padre Keniota
e madre americana. Nel
1963 i genitori si separano, il
padre si trasferisce ad Harvard
per finire gli studi e rivedrà il
figlio solo un’altra volta prima
di morire nel 1982. La madre
nel frattempo si risposa e si trasferisce
a Giakarta poi ad Honolulu
dove Obama si diploma
prima di partire da solo per l’Università
Occidental di Los Angeles
dove tenta di sfondare come
giocatore d basket. In una
sua autobiografia scriverà poi
che in quel periodo si sentiva
inconcludente e girava a vuoto
su se stesso cercando di mascherarlo.
Poi si iscrive alla Columbia
University di New York
dove consegue una laurea in
scienze politiche specializzandosi
in relazioni internazionali.
Qui un evento affettivo darà la
svolta alla sua vita. Mentre è a
New York viene a mancare suo
padre. Stranamente la perdita di
quell’uomo che non lo aveva
mai seguito lo fa sentire per la
prima volta profondamente responsabile
di se stesso. Se fino
a quel momento quel rapporto
poteva essere recuperato, ora
non lo era più. Obama è solo,
completamente responsabile
della propria vita, ma anche
libero dicrearla. Ora è il padre di se
stesso. Una nuova energia lo
pervade. Smette di fare le cose
che gli fanno perdere tempo,
con l’alcol, si dà una forte disciplina
mentale, una regolarità
nell’attività fisica che svolge
ogni giorno e digiuna una volta
la settimana. Il tempo che impiegava
in amicizie senza sbocco
lo mette nello studio, nella
lettura e successivamente nell’esercizio
dell’oratoria. Sa di
voler realizzare qualcosa di
grande ma non gli è ben chiaro
il cosa e il come. Tenta la
carriera del romanziere ma non
è convinto. Vuole trovare le
proprie radici ed è interessato al
sociale e alla politica. Invia domande
ovunque per fare il volontario
per i democratici, senza
successo, finché un giorno
occasione vuole che incontri
un personaggio di Chicago che
si occupa delle comunità dei
ghetti afroamericani e nel 1985
si trasferisce a Chicago. Va a
vivere nel quartiere di Muhamad
Alì, e non è un caso se nel
discorso dopo la vittoria dirà
che “In America non c’è nulla
di impossibile”, tanto simile alla
celebre frase di Alì, “Impossibile
is nothing”. Nelle
comunità parla con
le persone, le organizza
e le rappresenta
presso le
Istituzioni per
ottenere ciò di
cui hanno bisogno.
Dopo qualche anno ha capito cosa vuole
fare. Torna all’università e si
iscrive come suo padre, ad
Harvard, dove frequenta però il
corso di legge. In due anni ha il
primo grande successo, è il primo
presidente di colore della
prestigiosissima Harvard Law
Rewiew. Contemporaneamente,
nel 1989, mentre frequenta un stage estivo
in uno studio legale,
conosce Michelle Robinson,
che sposa nel 1992. Gli viene
offerto un incarico alla Corte
Suprema ma declina l’invito.
Torna a Chicago nel 1991 e
dirige un movimento nominato
“ voter registration drive” che
ha lo scopo di registrare al voto
quanti più neri possibili, chi lo
conosce ha detto che ha visto
Obama costruire con minuzia le
basi elettorali della sua futura
elezione, e così in molti contesti,
come quando per imparare
a reggere la tensione di parlare
in pubblico ed apprendere l’arte
oratoria, faceva i suoi discorsi
nelle chiese nere. Usa al meglio
ciò che ha a disposizione. Legge
e studia senza sosta , anche
quando è stanco e gli altri vanno
a dormire. Nel frattempo
accetta di insegnare Diritto Costituzionale
part- time per la
University of Chicago dove rimane
fino al 2004. Harvard si
rivela molto importante per
Obama, soprattutto per i nuovi
amici che si fa e che lo sosterranno
fino alla vittoria, come
John Schmidt, che lo finanzia
fin dai suoi primi passi in politica.
La carriera politica di
Obama inizia ufficialmente
nel 1996 al Senato dell’Illinois
ed è segnata da un profondo
impegno e da una notevole
dose di fortuna, ma si sa la
fortuna aiuta gli audaci, dove
vince per squalifica di
tutti gli altri candidati. Prosegue
con la vittoria al Senato
degli USA favorito dal
ritiro del suo rivale democratico
e anche del suo avversario
per scandali, e così
con questo mix esplosivo
Obama prosegue la sua
corsa verso la presidenza
degli Stati Uniti. Per trovare
una risposta al quesito
iniziale, credo che tra le righe
emerga preponderante la personalità
di quest’uomo, che
trovate le proprie radici e qualcosa
in cui credere ha profuso
tutte le sue energie per riuscire.
Non sono le informazioni
in sé o il sapere che possediamo
o le opportunità che abbiamo
che possono renderci
grandi o diversi, ma è il come
usiamo tutto ciò e come
siamo capaci di cambiare noi
stessi. Sicuramente l’ambiente
legale lo ha favorito per intrecciare
relazioni ma non è stato
lo studio della legge a decretare
il suo successo. E’ stata la
sua determinazione, le scelte
che ha fatto, avere un obiettivo
chiaro e lavorare molto per
realizzarlo credendo nella riuscita.
E’ stata un’alchimia di
condizioni, che qualcuno chiama
anche destino, ma che come
sempre deve essere favorito
per potersi manifestare.
Anna Gorreri