Il punto sulla nuova normativa
Date: Monday, July 20 @ 19:29:47 CEST
Topic: Articolo


La class action tradita

In un periodo in cui di politica, e quindi delle leggi che vegnono approvate in Parlamento, si parla davvero poco, è facile che non ci si accorga di strani e dubbi rinvii, e, avendo fatto affidamento sull’entrata in vigore di una legge, ci si ritrovi che questa è stata ancora una volta posticipata.
Il provvedimento in questione, tanto atteso dai consumatori quanto proficuo per la concorrenza, è l’art. 140 bis del Codice del Consumo (cosiddetta class action), e consentirebbe di unire i consumatori per in un’unica azione così da renderla effettivamente esercitabile. Infatti spesso il consumatore danneggiato rinuncia alla via legale, e quindi a far valere i suoi diritti, per il grande squilibrio costi-benefici, e le imprese sono quindi portare a mettere meno cura nei servizi e nei prodotti offerti. Inoltre con un’unica azione collettiva, si eviterebbero le tante cause di chi, caparbiamente, decide di farli valere affollando però i nostri tribunali. Nello specifico, la nuova normativa permetterà di agire in giudizio tanto ai singoli consumatori quanto a comitati o associazioni. Di difficile interpretazione è però la norma, invisa ai consumatori, che prima dichiara programmaticamente di tutelare i diritti individuali omogenei per poi precisare, al comma successivo, che l’azione tutela invece solo diritti identici. La differenza è rilevante se per identico intendiamo che il danneggiato, oltre a dover chiedere risarcimento per uno stesso fatto, dovrà ad esempio valutare il danno di ammontare esattamente uguale agli altri che vogliano far valere con lui l’azione. Eventualmente accolta la domanda di risarcimento collettivo, non sarà più presentabile attraverso l’azione collettiva la medesima richiesta per lo stesso fatto, ma chi non vi avesse aderito sarà libero di agire singolarmente. Se ne deduce che chi si aggiungerà ad un’azione già in corso sarà fortemente condizionato dalla difesa di chi inizialmente l’abbia intentata. Pare essere uno scherzo e sembrerebbe a dirlo che al Legislatore si sia sostituito un gran burlone, che rimanda per ben tre volte l’entrata in vigore adducendo il bisogno di maggior tempo per “ritocchi” normativi (dopo una vacatio di più di un anno?), quando invece sembra che si sia adoprato per rendere questa innovazione tanto attesa di fatto inservibile.

Massimo Reboa






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