Il capitale nascosto da vlorizzare e comunicare
La situazione complessa
e di accanita
competizione sui
mercati internazionali induce
le imprese a rendere
esplicite e a sviluppare tutte
le risorse disponibili,
rendendole sempre più consapevoli
della necessità di
dotarsi di strumenti che
consentano loro di rendere
visibili, gestire e monitorare
anche quegli aspetti intangibili
che contribuiscono alla
creazione del valore.
I metodi di natura economico-
finanziaria generalmente
utilizzati per la stesura
del bilancio riescono però
ad evidenziare solo alcuni
aspetti del valore delle
aziende e si limitano a fornire
una fotografia del presente
senza indicare le potenzialità
di crescita. Inoltre
non riescono a rendere conto
delle differenti strutture
patrimoniali: quella di
un’azienda manifatturiera è
ad esempio assai diversa da
quella di un’azienda di servizi
e ancor più da un’azienda
hi-tech. Nei fatti, i
valori intangibili (legati alla
componente umana, le
competenze, la capacità di
innovazione, la reputazione,
la soddisfazione dei
clienti...) non riescono ad
essere misurati in modo
adeguato. In pratica gran
parte del valore dell’azienda,
ossia la differenza fra il
valore contabile e il suo valore
di mercato, deriva da
beni intangibili quali marchio,
clienti, ripetitività
del business, portafoglio
ordini, canali
distributivi,
contratti sottoscritti,
accordi, licenze, capitale
umano, proprietà
intellettuale,
software, capacità
organizzativa e altro
ancora.
Oggi, come mai in
passato, sarebbe
particolarmente
importante non solo
conoscere e misurare
queste variabili,
ma saperle comunicare
bene al mercato.
Non solo per un problema
di immagine che l’azienda
può fornire di sè, ma soprattutto
per riuscire a finanziare
in modo adeguato
le proprie strategie di sviluppo
gestendo nel contempo
i rischi. Il Bilancio dell’Intangibile
o Bilancio del
Capitale Intellettuale, sta ad
esempio diventando uno
degli elementi di valutazione
necessari per ottenere finanziamenti
nell’ottica della
direttiva europea Basilea
II, la nuova regolamentazione
bancaria sui requisiti
patrimoniali delle aziende.
Il rapporto del capitale intellettuale
diventa un metodo
innovativo per rendere
trasparenti le informazioni
e facilitare l’accesso al credito.
Alcune tra le primarie
banche europee, oltre a misurare
elementi di tipo
quantitativo (indebitamento,
investimenti, redditività,
liquidità), hanno affiancato
una raccolta di informazioni
su elementi qualitativi e
intangibili quali le capacità
gestionali, la competitività,
la struttura societaria e organizzativa.
“Secondo uno studio svedese,
in un ospedale gli elementi
tangibili (immobili,
attrezzature, etc.) rappresentano solo il 15% del valore;
tutto il resto sta negli
elementi intangibili (risorse
umane, spirito di servizio,
competenze, il saper
fare, le procedure, la reputazione,
la cortesia, la fiducia
e immagine esterna…).
Se in un ospedale l’85%
del valore è intangibile,
quanto sarà quello di una
associazione, di un Ente
Locale, di una Camera di
Commercio o di un’azienda
ad alta tecnologia. Ma
anche per aziende tradizionali
o aziende note sul mercato
internazionale, il valore
contabile rappresenta solo
una modesta componente
del valore dell’azienda
(figura 1).
In Italia si è ancora alle fasi
iniziali dell’attenzione al
problema, dove ha fatto da
apripista un’azienda come
Brembo, che pubblica dal
2004 un rapporto sul capitale
intangibile (redatto fin
dal 1999, ma esclusivamente
per uso interno). Cominciano
tuttavia a circolare
rapporti su impegno sociale,
codice etico e ambientale,
corporate governance,
risk management
che sembrano indicare la
necessità di distinguersi dai
concorrenti fornendo informazioni
non finanziare al
mercato e agli stakeholder.
Definire, misurare, monitorare
il capitale intellettuale.
Il bilancio dell’intangibile
sta diventando uno strumento
di valutazione del
patrimonio intellettuale
dell’azienda e del monitoraggio
nel tempo dei principali
fattori, interni ed
esterni, che generano valore
per l’azienda stessa.Il
Bilancio dell’Intangibile
non intende essere solo
uno strumento di contabilità
del patrimonio intellettuale
dell’azienda, ma anche
di monitoraggio nel
tempo dei fattori che sono
ritenuti le principali fonti
di creazione di valore per
l’azienda, compresi nel
concetto complessivo diCapitale Intellettuale. Il
Bilancio riveste dunque un
ruolo fondamentale non
solo come mezzo di comunicazione
verso l’esterno,
ma anche, e soprattutto,
come strumento di gestione
strategica interna, ovvero
di indirizzo delle politiche
aziendali di sviluppo
del Capitale Intellettuale.
Le fonti internazionali,
supportate dalle concrete
esperienze, hanno individuato
tre componenti fondamentali
del Capitale Intellettuale(
che saranno sviluppate
nei prossimi numeri
di In-Giustizia):
• il capitale relazionale,
che rappresenta l’insieme
di relazioni instaurate dall’azienda
con il mercato e
di cui costituiscono parte
integrante elementi quali i
rapporti con i clienti, il loro
grado di soddisfazione,
l’immagine aziendale, la
conoscenza e la diffusione
del marchio;
• il capitale strutturale,
rappresentato dalle tecnologie
di cui l’azienda dispone
e dalle metodologie
adottate nello sviluppo
della propria attività; i suoi
processi, i metodi e i sistemi
di valutazione del rischio
e di gestione della
forza vendita; la struttura
finanziaria; il patrimonio
informativo e i sistemi di
comunicazione;
• il capitale umano, costituito
dall’esperienza collettiva,
dalla capacità di affrontare
e risolvere i problemi,
dalle attitudini manageriali
presenti in ciascun
dipendente dell’azienda.
È importante sottolineare
che lo scopo del rapporto
del capitale intellettuale, a
Risk management
differenza di quanto accade
con un bilancio tradizionale
dove l’accuratezza
dei numeri è fondamentale,
non è tanto la precisione
quantitativa dell’informazione,
quanto la comprensione
della tendenza e
della dinamica nella correlazione
fra i principali fattori
che determinano la
creazione del valore. Ciò
che conta dunque è soprattutto
l’evidenza dei collegamenti
fra i diversi indicatori
e la possibilità di
stabilire correlazioni fra
questi.
Giuseppe Brancati
**STUDIO DI INGEGNERIA
GESTIONALE–PARTNER IN.TE.SI