Riforma della giustizia civile
Date: Monday, January 25 @ 17:26:22 CET
Topic: Articolo


Il ruolo del mediatore nel sistema giustizia

Ci siamo! Lo avevamo detto da tempo.
L’ennesima riforma sulla giustizia civile è pronta. Di che si tratta? Ma dell’introduzione di un sistema che tende ad evitare che le controversie divengano cause o che le cause giungano alla fase decisoria (quella più problematica, evidentemente). Come? Ma con l’introduzione del Mediatore; elementare, Watson!
Questa figura, sotto il vigile controllo del Ministero della Giustizia, dovrà porre rimedio alle annose disfunzioni della giustizia civile.
Non con il rafforzamento dell’organico dei Magistrati, non con l’aumento dell’organico delle Cancellerie, non con l’informatizzazione del vetusto sistema di richiesta copie e iscrizioni a ruolo, non con il controllo reale sula produttività. Tutto funzionerà solo con il MEDIATORE.
Egli dovrà “imporre” una soluzione transattiva, prima della causa o durante la stessa, che indurrà le parti a rinunciare alla lite o a porvi fine.
Ops..abbiamo usato il termine “imporre”. Ma non è stato un errore concettuale! Se il provvedimento legislativo, come pare, è votato a rendere punitivo il rifiuto della mediazione attraverso la condanna alle spese della parte rifiutante non può essere che questo il termine da usare. Si pensi ad una vertenza tra una banca o un gruppo assicurativo e un cittadino. Sono in pari condizioni?
Certo, hanno entrambi un avvocato. Ma chi è economicamente più debole in caso di condanna alle spese? Chi può permettersi il lusso di andare sino in fondo? Il cittadino potrebbe essere indotto ad accettare il vecchio detto “pochi, maledetti e subito” evitando il rischio di pagare il proprio difensore e quello di controparte allorchè una “mediazione” preannuncia una sentenza sfavorevole. Il Ministro Angelino Alfano che prima di esserlo è stato dottore di ricerca in diritto dell’impresa e avvocato penalista, queste cose non le sa? Non si rende conto di una dicotomia pericolosa tra le parti che il provvedimento potrebbe solo aumentare? E l’effetto induttivo sui giudici?
Forse non sappiamo che sono realmente oberati da miriade di processi?
Forse non sono consapevoli dei ritardi di anni delle loro sentenze? Forse non sanno delle procedure in forte aumento per il risarcimento dell’eccessiva durata dei processi? Potranno essere esenti dalla tentazione di utilizzare le mediazioni per fondarvi le loro decisioni? Si consideri poi che il reale effetto deflattivo della normativa lo si otterrebbe proprio con il moltiplicarsi delle condanne alle spese. Tale intento è peraltro palese nel provvedimento. Il vigile controllo del Ministero della Giustizia.
E’ una bella frase, in effetti. Ma non è lo stesso Ministero al quale ci siamo da anni rivolti al fine di tentare di risolvere le incresciose questioni delle “false” file agli uffici del Giudice di Pace di Roma per la richiesta delle copie sentenze o per effettuare le iscrizioni a ruolo? Cosa abbiamo ottenuto?
L’utilizzo imperante e imperativo delle agenzie specializzate che, nel frattempo, sono sorte come funghi. Quale organico ha il Ministero da dedicare a tale vigilanza? E le attività dei mediatori chi le remunererà? Noi avvocati, quelli con la vera passione, abbiamo sempre lasciato che l’ottimismo prevalesse.
Abbiamo creduto nel diritto, nell’affermazione della giustizia attraverso il costituzionale diritto di difesa. Dobbiamo ricrederci?
Infine una domanda pratica.
Vi risulta che ove è stato reso obbligatorio il tentativo di conciliazione ( rito del lavoro, cause contro imprese telefoniche) abbia realmente funzionato? Ma il provvedimento è alle porte. Ai posteri………

Avv. Settimio Catalisano
*VICE PRESIDENTE U.N.A.R.C.A COMPONENTE DIRETTIVO A.GI.FOR.





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