Una giornata con i demoni
Una grande scommessa teatrale, quella del regista Peter Stein, proposta inizialmente al Teatro di Torino ed accettata dal direttore, Mario Martone : portare in scena i Demoni di Dostoevskij integralmente, allestendo uno spettacolo di nove ore ore di recitazione, con tre di pausa, divise in quattro intervalli di un quarto d’ora e di un’ora per il pranzo e la cena.
Progetto entusiasmante, ma troppo oneroso.
Vittima dei tagli ai fondi per il teatro e le attività culturali in genere, Stein non rinuncia e , piuttosto che tagliare lo spettacolo, trasloca nella tenuta di San Pancrazio, vicino ad Amelia, in Umbria, che condivide con l’attrice Maddalena Crippa, sua compagna di lavoro e di vita.
Si vive così per una giornata in compagnia dei demoni raccontati da Dostoevskij : anime tormentate dal desiderio di cambiare una società cristallizzata nella cieca religione e nei riti provinciali, ma che galleggiano nelle proprie meschinità.
Si parlano ma non si ascoltano, concentrati soltanto sul modo di essere fedeli al personaggio che hanno scelto di vivere : il liberale che si crede un eroe, il governatore che è antipatico a tutti ma che non se ne accorge, sua moglie, pronta a sostenere le ribellioni giovanili spinta in realtà da un banale desiderio sensuale che la preservi dalla vecchiaia, lo scrittore di successo, che cambia idea a seconda del colore della tappezzeria del salotto buono che lo ospita, il finto zar, che sogna di sostituire un potere assoluto con un altro che lui possa gestire.
Dietro i tratti caricaturali dei personaggi e al tono farsesco, si avverte la pena autentica di un artista russo che ama la sua terra e la vede avventurarsi verso un radicalismo senza scampo, e che può solo descrivere il cammino di un’umanità prigioniera di ideologie che ne hanno impedito la crescita intellettuale e sociale.
Non ne deride gli sforzi e i maldestri tentativi, li osserva con un sorriso amaro, lontano dalla compassione, ma anche dal cinismo.
Clotilde Spadafora