Il turismo sessuale minorile è diventato un problema ormai allarmante
da arginare con ogni mezzo possibile, oltre alle soluzioni già messe in
atto, occorre anche diffondere l'idea di un modo nuovo di viaggiare
affinché il turismo diventi una reale risorsa economica per i Paesi visitati
Il turismo ha subito negli
ultimi decenni una forte
crescita fino a rappresentare,
insieme ai mass media, come
la TV, una delle forme
principali d’interazione culturale.
Dal punto di vista economico
soltanto l’industria del
petrolio supera in fatturato
quella turistica. Il WTO
(World Tourism Organization)
prevede per il 2020 che oltre
un miliardo e mezzo di viaggiatori
varcheranno i confini
del proprio Paese. A viaggiare,
però, sono sempre i Paesi ricchi
verso le mete esotiche del
sud del mondo e i benefici apportati
dal turismo di massa alle
popolazioni locali sono
scarsi: il 70-80% del reddito
rientra nelle tasche degli investitori
stranieri, soprattutto per
vacanze all inclusive, villaggi
turistici e crociere. Inoltre, il
contatto con la cultura occidentale,
il consumismo che la
vacanza mette in risalto, può
portare al disfacimento dell’identità
di una popolazione o al
peggioramento delle sue condizioni
di vita. Spesso non riuscendo
a guadagnare in modo
legale dall’industria turistica e
in seguito ad una povertà
estrema, molte persone cercano
di ottenere dei vantaggi immediati
generando fenomeni
anche molto gravi come in alcune
zone del sud-est asiatico,
diventate tristemente note per
il turismo sessuale, anche a
scapito dei minori. Secondo i
dati forniti da Intervita (Onlus
Internazionale di sostegno ai
Paesi del sud del Mondo),
complessivamente sono 10
milioni i minori coinvolti in
questo mercato. Inoltre, va anche
considerato che i turisti in
cerca di minori lavorano e sono
perfettamente integrati nella
società, sono giovani tra i 25
e i 30 anni o adulti tra i 40 e i
45, quasi sempre sposati. La
percentuale di pedofili è bassa,
intorno al 3%. Secondo l’Unicef,
inoltre, sono 80mila gli
italiani che ogni anno si recano
all’estero per comprare sesso
con minori, cifre che collocano
i nostri turisti tra i principali
consumatori. Le mete più
gettonate sono Brasile, Thailandia,
Cambogia e Repubblica
Dominicana. Un dato a nostro
favore è che la legislazione
italiana è tra le più attente al
mondo nella repressione di
questi crimini. In questo senso
molto è stato fatto da Ecpat nata
nel 1991 nel sud est asiatico
oggi ONG e acronimo di: End
Child Prostitution, Pornography
And Trafficking presente
in oltre 70 paesi. Tra i
vari traguardi raggiunti, in Italia
ha promosso la L. 269/1998
che di fatto permette
che un cittadino
italiano denunciato
per pedofilia
all'estero,
venga perseguito
anche dalla legge
italiana, a prescindere
dall'iter giudiziario
del Paese in
cui è scattata la denuncia.
Sempre ECPAT-
Italia opera su
diversi fronti tra i
quali: identifica e denuncia
le attività degli
sfruttatori in Italia e all’estero,
sensibilizza le autorità
dei Paesi mete del turismo sessuale,
finanzia progetti di aiuto
all’infanzia sfruttata e abusata
nei Paesi più colpiti dal
turismo sessuale, collabora
con il settore viaggi. Se molti
obiettivi sono stati raggiunti
tanto altro ancora c’è da fare
contro questo crimine orrendo
che si consuma ogni giorno
nel mondo. Tra gli strumenti
da mettere in campo c’è anche
quello di mantenere viva la riflessione
sulla responsabilità
di ogni individuo nel relazionarsi
con altre culture. Questo
ci conduce al turismo sostenibile
definito dall’Organizzazione
Mondiale del Turismo
(OMT) già nel 1988 e caratterizzato
da una duplice preoccupazione:
per l'ambiente dei
luoghi visitati dal turista e il
benessere delle popolazioni
che vi abitano. Un turismo nel
pieno rispetto delle risorse naturali,
duraturo nel tempo e
che dovrebbe permettere alle
popolazioni locali di essere
protagoniste del proprio sviluppo
turistico. Un modo di
viaggiare quindi che sia davvero
opportunità di crescita
per i Paesi visitati, possibilità
di emergere da condizioni di
disagio e non di favorirle. Attualmente
diversi sono i tour
operator italiani che propongono soluzioni di viaggio in linea
con questi principi e si raccolgono
intorno all’AITR Associazione
Italiana Turismo
Responsabile che promuove
quello che dovrebbe essere il
turismo del futuro e che le diverse
realtà presenti in Italia,
ancora faticosamente, cercano
di realizzare.
Daniela Sebastio