Verso un turismo responsabile
Date: Thursday, October 14 @ 17:58:57 CEST
Topic: Articolo


Il turismo sessuale minorile è diventato un problema ormai allarmante da arginare con ogni mezzo possibile, oltre alle soluzioni già messe in atto, occorre anche diffondere l'idea di un modo nuovo di viaggiare affinché il turismo diventi una reale risorsa economica per i Paesi visitati

Il turismo ha subito negli ultimi decenni una forte crescita fino a rappresentare, insieme ai mass media, come la TV, una delle forme principali d’interazione culturale. Dal punto di vista economico soltanto l’industria del petrolio supera in fatturato quella turistica. Il WTO (World Tourism Organization) prevede per il 2020 che oltre un miliardo e mezzo di viaggiatori varcheranno i confini del proprio Paese. A viaggiare, però, sono sempre i Paesi ricchi verso le mete esotiche del sud del mondo e i benefici apportati dal turismo di massa alle popolazioni locali sono scarsi: il 70-80% del reddito rientra nelle tasche degli investitori stranieri, soprattutto per vacanze all inclusive, villaggi turistici e crociere. Inoltre, il contatto con la cultura occidentale, il consumismo che la vacanza mette in risalto, può portare al disfacimento dell’identità di una popolazione o al peggioramento delle sue condizioni di vita. Spesso non riuscendo a guadagnare in modo legale dall’industria turistica e in seguito ad una povertà estrema, molte persone cercano di ottenere dei vantaggi immediati generando fenomeni anche molto gravi come in alcune zone del sud-est asiatico, diventate tristemente note per il turismo sessuale, anche a scapito dei minori. Secondo i dati forniti da Intervita (Onlus Internazionale di sostegno ai Paesi del sud del Mondo), complessivamente sono 10 milioni i minori coinvolti in questo mercato. Inoltre, va anche considerato che i turisti in cerca di minori lavorano e sono perfettamente integrati nella società, sono giovani tra i 25 e i 30 anni o adulti tra i 40 e i 45, quasi sempre sposati. La percentuale di pedofili è bassa, intorno al 3%. Secondo l’Unicef, inoltre, sono 80mila gli italiani che ogni anno si recano all’estero per comprare sesso con minori, cifre che collocano i nostri turisti tra i principali consumatori. Le mete più gettonate sono Brasile, Thailandia, Cambogia e Repubblica Dominicana. Un dato a nostro favore è che la legislazione italiana è tra le più attente al mondo nella repressione di questi crimini. In questo senso molto è stato fatto da Ecpat nata nel 1991 nel sud est asiatico oggi ONG e acronimo di: End Child Prostitution, Pornography And Trafficking presente in oltre 70 paesi. Tra i vari traguardi raggiunti, in Italia ha promosso la L. 269/1998 che di fatto permette che un cittadino italiano denunciato per pedofilia all'estero, venga perseguito anche dalla legge italiana, a prescindere dall'iter giudiziario del Paese in cui è scattata la denuncia. Sempre ECPAT- Italia opera su diversi fronti tra i quali: identifica e denuncia le attività degli sfruttatori in Italia e all’estero, sensibilizza le autorità dei Paesi mete del turismo sessuale, finanzia progetti di aiuto all’infanzia sfruttata e abusata nei Paesi più colpiti dal turismo sessuale, collabora con il settore viaggi. Se molti obiettivi sono stati raggiunti tanto altro ancora c’è da fare contro questo crimine orrendo che si consuma ogni giorno nel mondo. Tra gli strumenti da mettere in campo c’è anche quello di mantenere viva la riflessione sulla responsabilità di ogni individuo nel relazionarsi con altre culture. Questo ci conduce al turismo sostenibile definito dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT) già nel 1988 e caratterizzato da una duplice preoccupazione: per l'ambiente dei luoghi visitati dal turista e il benessere delle popolazioni che vi abitano. Un turismo nel pieno rispetto delle risorse naturali, duraturo nel tempo e che dovrebbe permettere alle popolazioni locali di essere protagoniste del proprio sviluppo turistico. Un modo di viaggiare quindi che sia davvero opportunità di crescita per i Paesi visitati, possibilità di emergere da condizioni di disagio e non di favorirle. Attualmente diversi sono i tour operator italiani che propongono soluzioni di viaggio in linea con questi principi e si raccolgono intorno all’AITR Associazione Italiana Turismo Responsabile che promuove quello che dovrebbe essere il turismo del futuro e che le diverse realtà presenti in Italia, ancora faticosamente, cercano di realizzare.

Daniela Sebastio






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