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Avvocatura: I sassolini dalle scarpe di Alessandro Cassiani
Posted by InGiustizia on Thursday, December 30 @ 17:08:57 CET
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Alessandro Cassiani, neo presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, è stato lungamente e suo malgrado nell’occhio del ciclone, almeno considerando come «ciclone» l’ambiente dell’avvocatura romana ostile alla sua recente nomina, eppure ha sempre mantenuto un basso profilo, o per meglio dire un profilo istituzionale, senza alimentare né sollevare pretestuose discussioni.



Alessandro Cassiani, neo presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, è stato lungamente e suo malgrado nell’occhio del ciclone, almeno considerando come «ciclone» l’ambiente dell’avvocatura romana ostile alla sua recente nomina, eppure ha sempre mantenuto un basso profilo, o per meglio dire un profilo istituzionale, senza alimentare né sollevare pretestuose discussioni.
Ora è intervenuto sulle pagine di InGiustizia, quasi per chiudere definitivamente «il discorso» e guardare al futuro, attento più a parlare di cosa è già stato fatto (e non è poco) dall’inizio del suo mandato che delle tante voci di corridoio che negli ultimi tempi lo hanno riguardato.
Non risultano novità di rilievo circa la ricostruzione delle varie fasi che, alla sua nomina, hanno suscitato tanto scalpore, se non quella secondo la quale della possibilità di eleggere un Presidente di «garanzia», volendo usare la terminologia politica, era stato informato anche il presidente uscente Federico Bucci, guida indiscussa dela crociata anti-Cassiani, «al quale è stata prospettata la possibilità di un’eventuale elezione al Consiglio Nazionale Forense».
Il retroscena non porterà alcun elemento decisivo nella ricostruzione della vicenda, ma probabilmente solleverà qualche riflessione, nemmeno tanto sottile, tra numerosi avvocati romani.
In ogni caso, il consiglio guarda già, anzi ha già cominciato a guardare al futuro e le elezioni sono ormai acqua passata per un ordine, il più grande d’Italia, che con uno spirito innovativo si sta già preparando alle prossime incombenze e opportunità professionali: dall’adeguamento alla normativa per il trattamento dei dati personali al processo telematico.
D) Presidente, l’operazione che ha portato alla sua nomina ha causato numerossime polemiche, forse tra le più aspre degli ultimi anni, nell’avvocatura capitolina.
Come replica alle tante voci corse nelle ultime settimane?

R) La mia nomina a Presidente non è il frutto di una «operazione» o tantomeno di una «congiura». E’ invece il risultato di una libera scelta democraticamente e legittimamente adottata dall’unico organismo legittimato e cioè dal Consiglio dell’Ordine: i consiglieri, appartenenti a varie componenti, si sono infatti accordati come era loro diritto per eleggere un nuovo Presidente che desse maggiori garanzie per la stabilità e la serenità del Consiglio. Ciò hanno fatto dopo aver valutato l’esito delle elezioni che, contrariamente ad ogni previsione, hanno visto rafforzata la lista Condello con conseguente pericolo di insuperabili contrasti all’interno del Consiglio. Di quanto sopra è stato preventivamente informato il Presidente uscente al quale è stata prospettata la possibilità di un’eventuale elezione al Consiglio Nazionale Forense.
D) Qual è il suo commento sulle dimissioni per protesta di alcuni consiglieri?
R) Le dimissioni dei Consiglieri costituiscono una scelta che reputo negativa, antidemocratica e contraria a tutta la storia del Consiglio dell’Ordine. A tale proposito, voglio ricordare che in occasione della prima adunanza ho scongiurato i dimissionari perché desistessero ricordando loro che in democrazia la volontà della maggioranza è sacrosanta ed inoltre che mai nessun consigliere aveva protestato con le dimissioni per la mancata elezione a Presidente.
Neanche quando, come è accaduto a me, era stato eletto con votazione molto superiore a quella del nuovo Presidente!
D) Recentemente è circolata negli uffici giudiziari una lettera senza firma ma con il suo nome dattilografato in calce, da alcuni ritenuta dai toni minacciosi perché in essa si promette di «stroncare sul nascere, anche sotto il profilo disciplinare» «ogni maldestro tentativo che nell’ombra cercherà di intralciare il legittimo lavoro del Consiglio». E’ effettivamente lei l’autore di questa missiva?
R) Leggo con disappunto il brano della lettera che recherebbe il mio nome in calce. Ne respingo la paternità ed il contenuto che non appartiene al mio stile e al mio modo di affrontare la polemica.
Chi mi conosce sa che non userei mai la minaccia del procedimento disciplinare per affermare le mie ragioni.
Chi non mi conosce, può leggere gli articoli che ho pubblicato nel Foro Romano News ed un’intervista che ho rilasciato al Messaggero. Detti scritti sono caratterizzati da un’assoluta mancanza di spirito polemico e dalla dichiarata volontà di rispondere con i fatti agli insulti ed ai patetici tentativi di destabilizzare il Consiglio.
D) Come pensa di ricucire lo strappo interno all’avvocatura romana superando le note vicende sorte in occasione dell’ultima tornata elettorale e indirizzando gli avvocati romani verso l’unità? E qual è il suo programma operativo per la sua presidenza e quali saranno le sue prime iniziative?
R) Le domande appaiono superate da fatti che sono a conoscenza di tutti e che dimostrano l’enorme vitalità del Consiglio. Sono sotto gli occhi di tutti, tra l’altro: i convegni che hanno riempito di colleghi l’aula consiliare; i corsi di aggiornamento già iniziati oppure programmati; la ripresa di contatto con le istituzioni, con gli altri Consigli del distretto, con gli organismi rappresentativi internazionali; la visita al Ministro Castelli, al quale è stato consegnato un resoconto dal quale risulta che i risultati conseguiti superano quelli relativi al corrispondente periodo del precedente biennio; l’istituzione dell’Unione dei Consigli degli Ordini del Lazio; l’azzeramento dell’arretrato disciplinare; la liquidazione di migliaia di parcelle; la costituzione di commissioni che approfonsiscono tematiche relative a tutte le discipline.

 
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